Una targa per Anna Politkovskaja
Da ieri in Russia una targa ricorda la giornalista, Anna Politkovskaja della Novaja Gazeta uccisa il 7 ottobre del 2006. Fra commozione, ricordi privati e professionali e letture colleghi e amici hanno apposto sulla parete della sede del suo giornale una raffigurazione di Anna, disegnata su tre fogli di block notes strappati via.
Una immagine che rimanda alla censura, alla violenza e alla morte che sono sopraggiunte a bloccare per sempre l’attività giornalistica e di difesa dei diritti umani che Anna Politkovskaja svolgeva in Russia da molti anni. La giornalista, invisa al regime, raccontava proprio la Russia di Putin e la violenza contro il popolo Ceceno. Inchieste,cronache documentazioni scomode per il regime di Mosca che secondo molti sarebbero ilmovente all’origine del delitto.
Sotto il profilo giudiziario, infatti, non ci sono ancora colpevoli. Sul banco degli imputati sono finiti solo i presunti esecutori e organizzatori dell’omicidio, ma non i mandanti. L’unico condannato per l’assassinio è l’ex poliziotto Dmitrij Pavljuchenkov, che ha collaborato con gli investigatori, confessando di aver pedinato Anna. Condannato a 11 anni di reclusione e mandato in carcere, non ha mai fatto, però, il nome di chi ha voluto la morte della giornalista. Da poco è iniziato il nuovo processo contro altri cinque imputati, tra cui il presunto assassino di Anna, Rustam Makhmudov. Molti di loro pero’ sono stati assolti nel precedente processo del 2008-2009.
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