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Diffamazione, slitta il voto sulla riforma

a cura di "Ossigeno" il . Senza categoria

Per creare un deterrente alle cause civili infondate e mettere un tetto massimo alla cifra che il colpevole può essere condannato a versare

Le votazioni sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa cominceranno alla Camera dei Deputati dopo il voto sulle nuove disposizioni in materia di contrasto all’omofobia, probabilmente mercoledì 19 settembre. Nel frattempo alcuni deputati hanno presentato nuovi emendamenti al testo varato dalla Commissione Giustizia prima della pausa estiva.

In particolare, alcuni deputati propongono di eliminare la clausola che obbliga a pubblicare la rettifica “senza commento” e di reinserire il tetto di 30 mila euro alla somma massima che il giudice può ordinare di pagare a titolo di danno non patrimoniale a chi è riconosciuto colpevole di diffamazione a mezzo stampa.

Sono state proposte inoltre sanzioni economiche più alte per scoraggiare la presentazione di querele immotivate.

Il testo originario e quello varato dalla Commissione riguardano solo le querele penali. Ma, accogliendo varie obiezioni, alcuni deputati propongono ora di aggiungere alcune modifiche al Codice Civile per creare un deterrente anche contro le cause civili per diffamazione infondate.

Due emendamenti, pressoché analoghi, presentati da Businarolo e Liuzzi (M5S) e da Gelmini (Pdl) propongono che l’art. 96 del Codice Civile sia integrato con la seguente norma: “Nell’ambito dei giudizi di risarcimento del danno per fatti illeciti connessi alla violazione dell’onore, della reputazione o dell’immagine anche commerciale, il giudice quando rigetta, anche parzialmente, la domanda risarcitoria condanna l’attore a versare al convenuto o a ciascuno dei convenuti un importo non inferiore, nel caso di rigetto integrale della domanda, alla metà del danno richiesto e, nel caso di rigetto parziale, alla metà della differenza tra il danno eventualmente accertato e quello richiesto”.

Un emendamento del Governo propone infine che le querele per diffamazione relative a “comunicazione telematica” siano giudicate dal giudice del luogo di residenza della persona offesa.

 – OSSIGENO

 

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