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‘Nrangheta in Toscana: cinque arresti e sequestri di beni per 44 milioni

di redazione il . Toscana

Gli affari della ‘ndrangheta in Toscana. Una maxi operazione denominata “Ammitt” è scattata all’alba di oggi ed è stata  coordinata  per oltre due anni dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Pistoia e del Gico e del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze. Cinque le persone arrestate e sequestrato un patrimonio illecito di circa 44 milioni  di euro ( immobili, società, autoveicoli) fra la Toscana e la Calabria. Impegnati i  Reparti della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Catanzaro e di Lamezia Terme.

Da i primi particolari che emergono dalla conferenza stampa indetta stamani, al centro delle indagini sarebbe la potente ‘ndrina dei Molè di Gioia Tauro che aveva spostato una parte dei propri interessi economici in Toscana.  Intercettazioni, pedinamenti, appostamenti ed una capillare ricostruzione dei redditi dichiarati e dei patrimoni accumulati  – gestiti nell’ultimo decennio dai Molè, hanno così consentito “di accertare una considerevole sperequazione tra redditi e patrimoni, nonché di scoprire come, al di là della formale intestazione, l’effettiva titolarità di una serie di aziende, intestate, a vario titolo, ai componenti della famiglia, fosse di fatto riconducibile alla piena ed esclusiva di uno dei soggetti indagati”.

Beni immobili, deposti bancari e società operanti nei settori immobiliare (in Toscana e Calabria): si va dalla casa per disabili a Gizzeria Lido (CZ), sino alla holding di controllo su 5 società, tra cui 2 immobiliari con sede a Montecatini Terme (PT) con cui sono state realizzate numerose villette a schiera ed appartamenti a Buggiano (PT) e Cerreto Guidi (FI).  L’intero patrimonio immobiliare che oggi viene sottoposto a sequestro è costituito da 29 immobili, ben 12  fabbricati residenziali con relative pertinenze sequestrati in Toscana; 17 i beni immobiliari sequestrati in Calabria e alcuni beni mobili.  Dentro il patrimonio persino il 66% delle quote della di una “cooperativa recentemente costituita – ed ancora inattiva – creata per gestire in Calabria una nuova struttura alberghiera destinata ad ospitare migranti”.   Le indagini  dei finanzieri del Nucleo PT di Pistoia e del G.I.C.O. di Firenze si sono intrecciate con quelle avviate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria con la Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Un semplice incrocio fra i redditi dichiarati e quelli effettivi ha fatto scattare i controlli e ripercorrere il giro di affari facente capo alla cosca calabrese.

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