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Rassegna stampa 28 agosto 2013

di redazione il . Rassegne

L’Espresso.it. Giulio Cavalli, attore – autore di teatro civile e politico, torna a scrivere, questa volta sul portale on line del settimanale “L’Espresso” della delicata situazione in cui si trova a vivere da anni, ma in particolare da alcuni mesi. Nell’articolo intitolato “Basta parole, ora salvatemi” spiega: “Questa mattina mi sono svegliato leggendomi nelle parole del pentito Luigi Bonaventura che parla di politici lombardi informati del piano che avrebbe dovuto uccidermi.   Un’altra volta: un mese fa sempre l’ex boss della cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone aveva descritto minuziosamente il piano che avrebbe dovuto uccidermi.   Un mese fa mi era scoppiata in mano la paura, pensavo di esserci abituato e invece no: la paura ti scoppia in faccia ogni volta con una forma diversa e non riesci proprio ad abituartici, forse meglio così. Ma leggendo le parole di Bonaventura oggi (e ascoltandolo) mi si accende la rabbia. Rabbia vera, rabbia da scassaminchia nella rilettura di questo ultimo mese di solidarietà come popcorn mentre si proietta il nulla”.

Corriere della Sera. “Contestazioni sulla discarica Vertice in Procura sulle infiltrazioni“: con questo articolo firmato da Ilaria Sacchettoni, continua sul quotidiano di via Solferino, il racconto della vicenda legata alle discariche nella regione Lazio. Ieri la notizia sul sito di Falconara e l’inchiesta della Dda per il rischio di infiltrazioni mafiose. Dall’altra parte “Il Messaggero” dà la parola proprio alla “Ecofer Ambiente Srl”, azienda proprietaria della discarica di scarti delle autodemolizioni,  cui Roma vuole affidare lo smaltimento dei rifiuti già trattati, che risponde alle accuse: “Non c’è nessun mistero, il nostro assetto societario è chiaro”.  Mauro Evangelisti, sempre per il giornale di via del Tritone, ripercorre la storia della discarica di Falconara nell’articolo “Dalle minacce della mafia alle verifiche”. Oggi  l’attenzione si sposta sull’atra discarica, Malagrotta, sebbene l’assessore capitolino ai rifiuti confermi la chiusura nei tempi previsti. Sullo sfondo si profila una complessa gestione dei rifiuti per i prossimi mesi nella regione Lazio, già in “emergenza” da anni. Rimaniamo sul quotidiano edito dal Gruppo Caltagirone per dare notizia dell’estradizione dalla Spagna, del boss siciliano Vincenzo Triassi, considerato dagli inquirenti “uno dei boss della cupola mafiosa di Ostia”: l’articolo a pagina 35 di Michela Allegri.

 Italia Oggi. Emilia – Romagna a rischio mafia. Anzi, come spiega Giorgio Ponziano nel suo articolo “La mafia sulla riviera romagnola” i tentacoli dei clan sono già arrivati nel litorale romagnolo. Alberghi, attività commerciali, ristorazione i punti nevralgici di questa delocalizzazione di affari e capitali illeciti.

Fatto Quotidiano. Sul quotidiano diretto da Antonio Padellaro, invece, la notizia dell’indagine che ha coinvolto il pm antimafia, Raffaele Marino, attualmente in forza alla procura di Torre Annunziata per “rivelazione di segreto d’ufficio”. Valeria Pacelli e Nello Trocchia spiegano i dettagli della delicata inchiesta in corso. Ci spostiamo a pagina 9 del quotidiano per l’approfondimento di Valerio Cattaneo sulle infiltrazioni mafiose nel settore dei trasporti: il caso Riela di Catania.

 Il Mattino. Daniela De Crescenzo nell’articolo «Veleni e illegalità: pronti a fare muro» torna sulla questione ambientale in Campania. “L’assessore regionale Romano: basta scempi del territorio, aspettavamo questa norma” – si legge nel sottotitolo dell’articolo. Il riferimento è alle novità introdotte durante il Consiglio dei Ministri  nel Sistri, sistema che dovrebbe permettere di monitorare e controllare il ciclo dei rifiuti. «Nel nuovo Sistri è stata introdotta una novità importante dal momento che, come anticipato dal Ministro, non ci sono più oneri perle imprese –  commenta l’assessore Giovanni Romano.  Per noi Campani è fondamentale, poi, che il sistema non riguardi solo irifiuti speciali e pericolosi ma, nel nostro caso, anche gli urbani. Il ministro dunque ha accolto una richiesta da noi avanzata tempo fa per contrastare i n`affici illeciti».

Famiglia Cristiana. «Ci aspettiamo che la vendita venga sospesa e che si possa riprendere il progetto di destinazione avviato con gli enti locali». Così Davide Pati, della direzione nazionale di Libera, responsabile nazionale per i beni confiscati spiega in una intervista rilasciata al mensile “Famiglia Cristiana” che Libera «non è contraria a priori alla vendita dei beni confiscati. Ci possono essere dei casi eccezionali in cui si può pensare alla messa all’asta. Ma, in generale, la vendita dei beni va contro lo spirito per cui è nata la legge 109 del 1996 sui beni confiscati e cioè che il patrimonio confiscato ai boss mafiosi non torni nelle mani di privati, ma diventi bene della comunità». Per leggere l’intervista integrale clicca qui

 

 


 

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