Rassegna stampa 26 agosto 2013
Il Mattino. Sorpreso in vacanza con la fidanzata, grazie ad una foto pubblicata su Facebook. E’ stato arrestato ieri il latitante, Michele Di Nardo, capo clan dei Mallardo, in manette in una località di vacanza, in provincia di Salerno. Pochi caratteri e una immagine che lo ritraeva in compagnia della ragazza sono bastati alle forze dell’ordine per trovare il giovane che in molti immaginavano all’estero, in Spagna come molti altri camorristi latitanti, e invece si trovava a pochi chilometri dal casa. Serenamente in vacanza. Sul quotidiano “Il Mattino” la cronaca e l’approfondimento di Cristina Liguori racconta i retroscena e i particolari della fine di questa latitanza. A pagina 43 del giornale campano gli articoli: “Foto delle vacanze su Facebook, la trappola del boss”, “Vacanze e cocktail per il boss latitante”, “Dal funerale alla modiva, nuova geografia dei nascondigli”.
La cronaca on line anche su: Huffington Post, Repubblica – Napoli, La Stampa.it.
L’Unità. Rimaniamo in Campania con un approfondimento di Raffaele Nespoli che sul quotidiano diretto da Claudio Sardo si occupa di ambiente con l’articolo “Paura Campania: veleni nel terreno e silenzio dei complici”. Restiamo sulle pagine de “L’Unità” grazie ad un articolo sui costi della corruzione. “La corruzione, un business che frena l’economia” è il titolo del pezzo di Carlo Buttaroni (pag.1)
La Stampa. Il quotidiano torinese si occupa di CIE, i centri di identificazione ed espulsione. Lo fa, cambiano il punto di vista, e ascoltando gli agenti che lavorano nelle strutture. L’articolo si intitola “Il Cie dalla parte degli agenti. La nostra vita d’inferno” ed è a firma di Massimo Numa.
Repubblica.it. Infine, sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, nella sua versione digitale, l’articolo di Alberto Custodero che punta il dito sui costi dell’Antimafia istituzionale.”Si trasferisce la sede storica della Dia di Roma, quella dalla quale nel ’94 partirono gli uomini che notificarono l’avviso di garanzia a Berlusconi al G8 di Napoli. Ma l’affitto della nuova sede è più costoso della precedente: e così il Viminale inaugura la “spending di più”. Spostando gli uffici del Centro operativo romano dalla palazzina di via Cola Di Rienzo 27 in quelli di via Sicilia 194, il ministero dell’Interno pagherà, infatti, un affitto più caro. Senza contare che la Divisione investigativa antimafia ha rinunciato a insediarsi in una palazzina del centro che la stessa Dia ha sequestrato a un boss. E che quindi sarebbe stata gratis, oltreché di enorme valore simbolico per il fatto che la Dia fosse ospitata negli uffici confiscati ai boss. Ecco i fatti. Continua a leggere su “Repubbica.it”
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