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“La Sapienza” incontra colosso gioco d’azzardo. Studenti del sindacato Link: “Nessuno spazio negli atenei per business a rischio dipendenza e mafie”

di Valentina Leone il . Progetti e iniziative

“Presentazione aziendale Eurobet Italia – 4 luglio 2013”. Sembrerebbe l’oggetto di una mail come tante altre, un invito qualsiasi proveniente dalla newsletter di un qualunque sito di annunci di lavoro. E invece non è così, per due motivi: ad inviarla non è stato un mittente qualsiasi, bensì Jobsoul Sapienza, ovvero il progetto che si occupa di stage e placement all’interno del primo ateneo romano e al quale aderiscono altre sette università nel territorio di Roma e del Lazio. La mail, quindi, fa riferimento ad un incontro organizzato direttamente da “La Sapienza” ed è giunta, plausibilmente, a tutti gli studenti e neolaureati degli otto atenei iscritti alla piattaforma. Il secondo motivo è che Eurobet Italia S.r.l. non è un’azienda qualsiasi, bensì uno dei colossi del settore del gioco d’azzardo in Italia: casinò online, sale da gioco, centri scommesse e slot machine sono tra i principali business all’attivo.

In Italia, secondo alcune stime riportate anche sul dossier curato da Libera, Azzardopoli, sono circa 800000 i soggetti ritenuti dipendenti dal gioco d’azzardo. Due milioni, invece, sono considerati potenzialmente a rischio. A livello regionale, il Lazio è uno dei territori con maggiore densità di persone affette da ludopatia. Davanti a queste cifre preoccupanti, e dinanzi al continuo proliferare di sale da gioco, ormai di fatto affermatesi come nuovi luoghi della socialità, è dovere di tutti combattere l’avanzata di business, quale è il gioco d’azzardo, che hanno come scopo quello di lucrare sulle debolezze altrui, speculando sulla pelle di chi è talmente fragile da trovare rifugio nei gesti ripetitivi e compulsivi che le slot machine o i “gratta e vinci” offrono. Se è vero, come è vero, che neppure l’ostruzionismo degli enti locali più ostinati o delle questure può essere efficace al fine di impedire che al posto di una libreria storica o di una piccola sala cinematografica apra un bingo, è altrettanto vero che un modo per opporsi concretamente al diffondersi di questa piaga sociale esiste: dare spazio e massima diffusione a modelli culturali diversi, agire nei luoghi della formazione, dare voce alle storie di chi è affetto da ludopatia e spiegare che non sono narrazioni mitologiche, ma sono i racconti delle vite dei nostri padri, di fratelli, cugini, zie, amici, persone che da un giorno all’altro hanno trovato la valvola malata di sfogo ai loro problemi a portata di mano, ovunque. Occorre, infine, far comprendere i meccanismi per cui l’undicesimo concessionario del monopolio è, di fatto, la criminalità organizzata, infiltratasi perfettamente nelle intercapedini della legalità attraverso raffinati meccanismi di inserimento nella gestione di punti scommesse o sale slot, utilizzate come “lavanderie” per riciclare denaro sporco.

Sarebbe un gesto apprezzabile, da parte dell’Ateneo, decidere di annullare l’incontro con Eurobet Italia. Perchè proprio le scuole e le università sono, ad oggi, gli avamposti più idonei a combattere questa battaglia: incidere nella formazione, nell’educazione delle persone è uno degli antidoti migliori e più efficaci. Proporre e sponsorizzare, invece, un’azienda che incassa milioni di euro grazie al gioco d’azzardo appare, in questo momento, incomprensibile e del tutto fuoriluogo.

L’appello di Link – sindacato studentesco

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