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I migranti e le tonnare

di Piero Innocenti il . Senza categoria

Da oltre dieci anni, con la buona stagione si intensificano le partenze, dalle coste africane in particolare, di migliaia di persone in fuga da guerre e povertà. Come ogni anno, si allunga il drammatico bollettino di morte di immigrati che annegano, dopo aver percorso un tratto di quel mare “assassino” che è il canale di Sicilia su precarie imbarcazioni che, quasi sempre, dopo i soccorsi vengono abbandonate “alla deriva” perché “in precarie condizioni di galleggiabilità” (così i rapporti, quasi quotidiani, della task force che opera a Lampedusa e che coordina i soccorsi in mare). Soltanto negli ultimi novanta giorni, trenta tra gommoni e barche in legno, sul totale di trentasette, sono state lasciate al loro destino di relitti e, forse, sono già affondate.

La stessa sorte subita da migliaia di queste malridotte “carrette del mare” , da quando il flusso migratorio marino è diventato sempre più intenso verso le nostre coste. Molte le partenze dalla Libia, se si pensa che quest’anno, alla data del 19 giugno, sono stati già 4mila gli stranieri provenienti da quel paese approdati sulle coste siciliane o soccorsi in mare. Senza contare i 784 migranti ripresi “in carico” (brutto termine usato nelle segnalazioni ufficiali), nel 2013, dalle motovedette libiche in acque internazionali senza intervento italiano. Alcuni giorni fa una gabbia per l’allevamento di tonni in mare aperto, nel canale di Sicilia, è stata la salvezza per una novantina di migranti il cui gommone si era “afflosciato” poco prima. Sette di loro non ce l’hanno fatta a raggiungere la “tonnara”.Cinque anni fa, in un’analoga circostanza, si contarono ventisette morti annegati. Sul “continente” le solite dichiarazioni di “dolore, pietà e rabbia” dei nostri governanti con la ministra della Giustizia Cancellieri a ricordare “… che si deve essere implacabili e rigorosi nei confronti dei trafficanti di esseri umani e lì la giustizia dovrebbe manifestarsi in tutta la sua esemplarità e durezza”. Dimentica, forse, la Ministra ( è stata anche ministro dell’Interno) che è, da anni, proprio con la nostra politica di controllo del fenomeno migratorio e con leggi sull’immigrazione ( e circolari ministeriali) impostate più sui divieti e sulla repressione, che i trafficanti stanno facendo grandi affari aumentando i “servizi” , con “prezzi” maggiorati per i vari tragitti dalle coste del nord Africa. (Ri)ascoltiamo, ogni anno, sistematicamente, lo stesso ritornello di sdegno e di condanna per quella povera gente che cerca un riparo da noi, ma senza andare in profondità della questione per verificare, per esempio, cosa è stato fatto realmente, di concreto, da Libia e Tunisia in particolare, con la montagna di denaro pubblico dato dall’Italia ( e che continuiamo a dare) in termini di imbarcazioni per vigilare le coste, di mezzi veicolari, di equipaggiamenti, di corsi per addestrare il personale di quelle forze di polizia, di centri libici ristrutturati o in fase di manutenzione. Evidentemente, poco, se diamo uno sguardo a quanto sta avvenendo oggi: quasi 7mila stranieri ( di cui 5.350 considerati profughi) sbarcati sulle coste italiane alla data del 19 giugno contro i 3.446 dello stesso periodo del 2012 e 4.406 dell’intero 2010.

Dalla Libia ( con una situazione politico-istituzionale ancora molto precaria), il paese che più aiuti ha avuto dall’Italia negli ultimi anni, nel 2013 sono arrivati in Italia, via mare, come accennato,oltre 4mila stranieri (nello stesso periodo del 2012 furono soltanto 843). Anche sulle coste calabre, in questo scorcio di 2013, gli “arrivi” ( in particolare dalla Grecia e dalla Turchia) registrano un incremento con 1.039 stranieri contro i 653 dell’analogo periodo del 2012. In aumento i cittadini siriani ( 630 nel 2013 contro i 582 del 2012) che fuggono dal loro paese in guerra, mentre la triste graduatoria delle “nazionalità dichiarate al momento dello sbarco” vede ancora in cima gli eritrei (1.076), seguiti dai somali (1.001), dagli egiziani (914) e dai pakistani (751). Situazione pesante a Lampedusa ( oltre 900 stranieri presenti al termine dei trasferimenti programmati) dove si sono registrati 40 sbarchi nel 2013 e dove il centro di accoglienza è in grande affanno, nonostante il lodevole impegno di operatori sociali, forze dell’ordine e istituzioni locali. Situazione non migliore in diversi centri di identificazione ed espulsione, dove si registrano tensioni ( tafferugli in quello di Crotone nella notte del 18 u.s. con alcuni militari rimasti contusi) anche per le cattive gestioni e pessimi servizi. Ma sul punto, già in passato abbiamo avuto occasione di segnalare le storture del sistema e le negligenze istituzionali. Le vergogne proseguono e, purtroppo, non se ne vede la fine.

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