L’accattonaggio sfruttando i minori stranieri
Alcuni giorni fa, il 25 aprile, giorno della Liberazione, la polizia municipale di Milano ha eseguito due ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di genitori rom che utilizzavano due figli minori, scelti tra i sette di età compresa tra i due e i dodici anni, per mendicare lungo le strade. Si tratta di una delle tante tristi, penose vicende che interessano “povera” gente (anche sul piano culturale) che sfrutta i bambini per racimolare pochi euro da usare per andare a bere alcol o per giocare a carte in qualche angolo del campo o del centro di accoglienza in cui vivono L’arresto, stavolta, è scattato anche perché la Procura della Repubblica milanese ha ritenuto, sulla scorta delle indagini sviluppate, che vi fossero gli estremi non più del delitto che viene punito con la reclusione fino a tre anni per l’impiego dei minori nell’accattonaggio (art.600 octies del Codice Penale), ma di quello più grave dei “maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli” (art.572 C.P.).
Per tale delitto, la reclusione è da uno a cinque anni, con la previsione, nel secondo comma, di aggravanti specifiche, qualora ne derivino lesioni personali gravi, gravissime o addirittura la morte (in quest’ultima ipotesi la reclusione va dai dodici ai 20 anni). Mi pare, quello della Procura, un ottimo indirizzo che consente, forse, di intervenire con la dovuta severità e in modo più incisivo su di un fenomeno così odioso (secondo Europol, i minori costretti all’accattonaggio sono acquistati come merci al prezzo di 20mila euro!) e così diffuso. Basti pensare alle numerose segnalazioni fatte alle varie Procure della Repubblica dalle forze di polizia su tutto il territorio nazionale per la violazione di cui all’articolo 600octies: 397 nel 2011 di cui 386 hanno riguardato gli stranieri (ben 314 i romeni); 427 nel 2012 di cui 419 stranieri (333 i romeni), mentre nel 2013, alla data del 31 marzo, le denunce sono state 106 (dato non consolidato) di cui 97 stranieri (73 i romeni). Se andiamo a ritroso negli anni passati, le statistiche non mutano nella sostanza, indicando sempre una preponderanza assoluta della componente straniera, in particolare romena, nella commissione di tale delitto. Relativamente alla diffusione sul territorio (periodo 2010/2013 al 31 marzo), la Lombardia è in testa alla graduatoria con 220 casi, seguita dal Lazio con 176, dal Piemonte con 89, dalla Campania con 80, dalla Calabria con 96. In fondo alla non invidiabile classifica, le Marche con 4 casi.
Sarà possibile adottare qualche forma di prevenzione sociale che impedisca, o quantomeno riduca fortemente, questa intollerabile situazione di sfruttamento/maltrattamento di minori da parte di scellerati genitori o, comunque, da gente senza scrupoli?
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