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Campania, in viaggio contro camorra e razzismo

di Mimma Scigliano per "Carovanantimafia.eu" il . Campania

Carovanaantimafie.eu – Nella sua ultima tappa in Campania la Carovana Antimafie ha toccato terre dove la camorra, molto spesso, ha regnato indisturbata e dove diverse volte il sangue ha macchiato le strade. I furgoni hanno percorso comuni della provincia di Caserta, come Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Villa Literno. Terre contraddittorie, dove alla “legge dei clan” si contrappongono fatti e realtà che fanno da pensare che, anche dove il cielo è più cupo, uno squarcio di luce si possa aprire. In queste zone, spesso alla ribalta delle cronache per episodi cruenti, ci sono state diverse vittime innocenti, vittime invisibili di cui la stragrande maggioranza della popolazione del nostro paese non conosce neppure l’esistenza. Come quelle delle tombe senza nome nel cimitero di Villa Literno, lì sotto sono sepolti immigrati sconosciuti che, probabilmente, erano giunti nel nostro paese con il sogno di una nuova vita. Vicino a loro c’è la tomba di un altro immigrato che non è più tanto sconosciuto, peccato che per non esserlo più abbia dovuto morire. Si tratta di Jerry Essan Masslo, sudafricano rifugiatosi in Italia per sfuggire alle persecuzioni razziali del proprio paese, assassinato il 25 agosto 1989 da una banda di criminali che volevano rapinarlo. Una vicenda che emozionò profondamente l’opinione pubblica. La sua morte rappresentò per milioni di cittadini in provincia di Caserta e nel nostro paese la presa di coscienza della necessità di garantire adeguati diritti agli immigrati, il cui numero, negli anni ottanta, era cresciuto considerevolmente. Jerry Essan Masslo divenne un simbolo per la lotta anti-razzista in Italia. Un mese dopo il suo assassinio, a Roma, si svolse la più grande e straordinaria manifestazione anti-razzista della storia italiana.

La Carovana, con il suo passaggio al cimitero di Villa Literno, ha voluto rendere omaggio alla tomba di Masslo per rendere manifesto un impegno anti-razzista che non è disgiunto da quello anti-camorra. Entrambi devono essere portati avanti perché la piaga della criminalità organizzata tocca tutti. Molti immigrati, nei territori casertani, finiscono per essere vittime. E’ essenziale, quindi, che i diritti di queste persone siano tutelati e che venga garantita loro sicurezza. I carovanieri hanno fatto tappa anche a San Cipriano d’Aversa per gustare i sapori di NCO – Nuova Cucina Organizzata. Un nome che rappresenta una sfida per un’altra NCO, acronimo coniato negli anni ottanta per indicare la Nuova camorra organizzata. Come ci ha spiegato il presidente Peppe Pagano, nel caso della camorra l’acronimo NCO è stato sinonimo di una realtà che si è organizzata per distruggere e impoverire i territori, nel caso di Nuova Cucina Organizzata, invece, è sinonimo di una realtà che si organizza per restituire diritti, dignità e reddito a partire dagli ultimi. Particolarità del ristorante di NCO, oltre al servire prodotti coltivati nei beni confiscati, infatti, è quello di avvalersi di personale con disagi psichici. Una vera sfida nel nome della giustizia e dell’economia sociali.

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