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Latina, l’Anm denuncia intimidazioni a magistrati

di Elena Ganelli il . Lazio

Clima teso al Tribunale di Latina dopo gli insulti e le offese rivolti in aula al presidente del collegio penale da uno degli imputati del processo “Caronte”. A denunciare l’accaduto la locale sezione dell’Associazione nazionale magistrati che, in una nota firmata dal presidente Costantino De Robbio, sottolinea di essere «costretta nuovamente ad intervenire per esprimere indignazione sull’ulteriore gravissimo episodio verificatosi durante lo svolgimento di un processo penale».  Il processo in questione vede sul banco degli imputati oltre venti persone appartenenti ai clan rom Ciarelli e Di Silvio chiamate a rispondere di associazione a delinquere ed estorsione e sin dall’inizio ha avuto un iter difficile.

Le prime sette udienze sono state infatti rinviate a causa dell’incompatibilità di numerosi giudici pontini per essersi occupati della vicenda in fasi e ruoli precedenti, tanto da rendere necessaria la nomina di un giudice di Roma per presiedere il collegio. Poi, una superato questo scoglio, nella prima udienza utile uno degli imputati ha lanciato accuse di razzismo tanto da essere allontanato dall’aula mentre il collegio difensivo ha revocato in blocco il mandato per una presunta violazione del diritto alla difesa. Infine, nell’udienza di qualche giorno fa un altro imputato, durante la deposizione in aula di un testimone dell’accusa, a iniziato a inveire contro il presidente del collegio.

Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso inducendo l’Anm a scrivere la nota nella quale si parla di «un episodio che ha valenza inequivocabilmente intimidatoria e rappresenta un tentativo di condizionare la serenità del testimone e dello stesso collegio in un processo già funestato ad ogni udienza – sottolineano ancora i magistrati – da episodi di inaudita gravità». Il rappresentante dei magistrati pontini De Robbio non risparmia neppure il difensore dell’imputato per non avere sentito il dovere di interrompere le dichiarazioni contro il giudice pur essendo queste palesemente estranee all’oggetto del processo e quindi illegittime.

La nota si conclude con un appello rivolto alle istituzioni alle quali l’Associazione magistrati pontina sollecita «con urgenza un intervento forte, immediato, serio, chiaro e coerente» mentre al Consiglio dell’Ordine degli avvocati e alla Camera Penale si chiede di «affrontare e superare il grave stato di emergenza che sta caratterizzando il Tribunale di Latina e far cessare la costante campagna di delegittimazione delle istituzioni giudiziarie».

Parole pesanti che rischiano di far nascere un “caso Latina” in materia di rapporti tra operatori della giustizia.

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