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Rassegna stampa 8 aprile

di redazione il . Rassegne

La nuova settimana si apre con numerose notizie su mafie e illegalità. La Repubblica, nell’articolo a firma di Salvo Palazzola, fa un lungo resoconto sull’operazione antimafia svolta nella notte a Palermo. Cosa nostra, si legge, ha nominato un saggio per riorganizzare l’organizzazione, accorpando o spostando mandamenti, famiglie e cosche. Il saggio in questione è stato individuato in Antonio Sciortino, uscito dal carcere duro nel 2011. Assieme a lui sono state arrestate altre 36 persone, comprese il Sindaco di Montelepre.

Il Corriere della Sera, nell’articolo a firma di Marco Imarisio, parla della riapertura del caso “Moby Prince”, il traghetto passeggeri affondato al largo di Livorno il 10 aprile 1991. L’inchiesta è stata riaperta grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie che hanno consentito di chiarire alcuni punti oscuri. Dietro la riapertura l’impegno del figlio del comandante della Moby Prince, Angelo Chessa. Secondo numerosi studi, dietro l’affondamento della Moby Prince ci sarebbero intrecci politici e militari che si riannodano a quanto scoperto in Somalia dalla giornalista Ilaria Alpi.

La Stampa, nell’articolo a firma di Massimiliano Peggio, dà spazio alla riemersione del lavoro nero in Piemonte, in seguito ai numerosi controlli predisposti alla forze dell’ordine. I lavoratori che denunciano, infatti, possono ottenere un cotratto regolare.

Il Giornale, nell’articolo a firma di Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo, riporta le dichiarazioni del pentito camorrista Fiore D’Avino, contattato dai due giornalisti. Il collaboratore di giustizia dice che: «Mi sarebbe bastato dire che Silvio Berlusconi aveva i soldi di Stefano Bontade e sarei stato scarcerato. Me lo consigliò un compagno di cella, uno che si chiamava Pietro Cozzolino. Ma non l’ho fatto perché io non parlo di ciò che non conosco»

Restando sul tema della camorra, Il Corriere del Mezzogiorno, nell’edizione di Napoli, nell’articolo a firma di Fabrizio Geremicca, parla degli oltre 110.000 condoni che, negli ultimi trent’anni sono stati concessi dal Comune di Napoli.

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