La Rassegna (7-13 giugno)
Tre anni ai giornalisti col vizietto dell’intercettazione, cinque ai magistrati e megamulta agli editori. È la linea del cdm per risolvere l’anomalia italiana: per usare le parole del ministro Alfano mezz’Italia è sotto controllo. Se sul problema sono tutti concordi, sulle soluzioni da adottare le divisioni restano. Il grande fratello giudiziario sarà frenato dal tetto dei 10 anni di pena: al di sotto della soglia impossibile l’ascolto dei sospettati. Restano esclusi i reati di mafia e terrorismo, una vaga sfera di reati di allarme sociale, ma anche corruzione e reati contro la pubblica amministrazione, grazie alle resistenze della Lega. Sulla stampa grande risalto al balletto Colle-Governo, alla vittoria politica del Carroccio, alle critiche delle toghe e alle schermaglie tra ministri ufficiali e ministri ombra. Il primo distinguo vero tra Berlusconi e Veltroni, si è detto. Ma secondo Alfano la riforma è in piena continuità con il pacchetto Mastella. Mentre un osservatore super partes ha stroncato senza appello il modello british del Pd: l’inglesissimo Economist ha censurato l’operato di Veltroni, che sarebbe alla guida di un’opposizione fantasma più che di un governo ombra. Per finire, Marco Travaglio va di sciabola e dice di voler chiamare le cose col proprio nome: colpo di mano.
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