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L’Italia finisce sul Times per l’allarme razzismo e xenofobia

Di Silvia Balducci il . Rassegne

    Non è confortante
l’analisi del giornalista Richard Owen sul Times del 29 maggio scorso.
Allarme razzismo e xenofobia e rischio di derive violente tali da far
guadagnare alla comunità romena la solidarietà di quella ebraica,
che nella storia di discriminazioni ne ha subite eccome. Per non parlare
degli scontri tra i gruppi di estrema destra, con inneggiamenti all’insegna
di “Duce, Duce”, e i ragazzi dei collettivi di sinistra nei pressi
dell’università la Sapienza. Sullo sfondo, poi, l’emergenza rifiuti,
il vero allarmante retroscena di ogni vicenda italiana degli ultimi
mesi. E oltre al mondo della politica, Owen addita la camorra. La criminalità
organizzata napoletana tiene, infatti, le redini dei recenti allarmanti
episodi: dagli incendi dolosi all’immondizia. Così, quella che emerge
dalla descrizione, è l’immagine di un paese surriscaldato, che dalle
parole del giornalista “resta tollerante in parte solo grazie alla
tradizione religiosa della Chiesa Romana votata alla carità e all’ospitalità”.
Il dipinto di un paese che sembra non ricordare d’esser stato a sua
volta un popolo di migranti. L’aria, dunque, è elettrica e il rischio
è che la percezione della minaccia e l’insicurezza, porti ad altre
esplosioni di violenza, dopo quelle avvenute a Napoli e al Pigneto.
 

    Nel  mirino
soprattutto la comunità romena e i tanti campi rom sul territorio.
Lo stesso Walter Veltroni, ex-sindaco di centro sinistra di Roma, aveva
dichiarato durante il mandato che a questi ultimi andavano ricondotti
il 75% dei crimini commessi nella capitale. Sono proprio queste le dichiarazioni
che spingono la Commissione Europea e Amnesty International ha lanciare
l’allarme, con il rischio della “caccia alle streghe”. Ma non
è tutto. La coalizione guidata da Berlusconi, al cui interno ci sono
forze separatiste come la Lega Nord e post-fasciste come Allenza Nazionale
discute sull’opportunità di trasformare l’immigrazione illegale
in un crimine. Quattro anni di reclusione la pena ipotizzata, con l’impegno
a creare nuovi centri di detenzione nell’attesa dell’espulsione.
Misure anche per i centinaia di romeni, ovviamente appartenenti alla
UE. Si richiederà loro di dimostrare di essere in possesso delle risorse
economiche per sostenersi nell’arco di tre mesi. E intanto ronde di
vigilanze notturna private sono nate spontaneamente in molte città
del centro e del nord Italia.
 

    Per molti italiani
si tratta di allarmismi eccessivi, e si rigetta ogni parallelismo con
l’Italia fascista degli anni 30. I sociologi italiani focalizzano
l’attenzione più sull’emergenza povertà che sugli odi razziali.
Molti italiani sentono il proprio stile di vita minacciato da globalizzazione
ed immigrazione. “Si tratta di semplice paura, non c’è persecuzione
etnica in Italia – specifica il docente di Sociologia della Comunicazione
all’Università di Urbino, Ilvo Diamanti- ad ogni modo, questo non
è un fenomeno legato alla rielezione di Berlusconi”. Resta il fatto
che alcune settimane fa, il Centro Europeo di diritti del popolo Rom,
fondato da George Soros, ha lanciato l’allarme, chiedendo al presidente
Berlusconi “urgenti interventi per proteggere i rom dal rischio di
ulteriori atti di razzismo e aggressione”.
 

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/article4021089.ece

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