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21 marzo: una certezza

di Santo Della Volpe il . L'analisi

“Siamo diventati maggiorenni”, dicevano a Firenze alcuni parenti delle vittime , nell’incontro alla Giornata della Memoria e dell’Impegno. Perché abbiamo compiuto 18 anni ed  ormai, nelle molte incertezze di questi momenti, nelle difficoltà e nella crisi di questo inizio di millennio, il 21 marzo di Libera è diventato un appuntamento che illumina la speranza:  è un punto fermo.  Quest’anno poi abbiamo vissuto una esperienza straordinaria: la sintonia tra la piazza di Firenze e quel che stava succedendo al Parlamento era tale da far pensare che ci fosse una continuità, che quei braccialetti bianchi di “Riparte il futuro” indossati da Laura Boldrini e Piero Grasso, fossero il legame vero e materiale  tra i 150mila di Firenze in marcia per la legalità, contro le mafie e la corruzione e le Istituzioni più alte del nostro Paese. Qualcuno si è spinto a pensare che fosse proprio questa grande manifestazione a spingere agli scanni più alti del Parlamento due persone che per anni hanno letto con noi dal palco i nomi delle vittime delle mafie. E quell’accenno alla marcia di Firenze di entrambi i presidenti nelle Camere proprio nel discorso di insediamento è sembrato  collegare emotivamente, oltre che nei fatti, la piazza che chiede Verità e Giustizia, con il Parlamento, là dove con le leggi si deve aprire la possibilità di creare Giustizia e di dare Verità a tutti, ma soprattutto a quel 70% di parenti delle vittime di mafia che ancora oggi non sanno chi e perché sono stati uccisi i propri congiunti.

Non sappiamo quanto durerà questa legislatura: ma vogliamo che ogni giorno di lavoro di questo Parlamento, abbia il segno di una presenza, quella dei 150mila di Firenze che hanno suggellato con quel riferimento dei due Presidenti la giornata di ieri con l’impegno antimafia. Ed allora  forse questa è l’occasione per rilanciare, al nuovo Parlamento, così rinnovato e così giovane, la richiesta di istituire il 21 marzo la Giornata Nazionale della Memoria delle vittime e dell’Impegno Antimafia, così come  già chiesto due anni fa, al pari del 27 gennaio come Giorno della memoria della Shoah. Quella  proposta  di legge giace nei cassetti del Parlamento, bloccata a suo tempo dal PdL che  pensava fosse  “un regalo a Don Ciotti”, senza pensare alle 900 vittime della mafia ed ai loro familiari ancora alla ricerca di Giustizia e Verità. Intanto, nell’attesa, non possiamo che  essere contenti delle parole di ascolto e di  passione che  hanno pronunciato alla Camera ed al Senato, Laura Boldrini e PieroGrasso. Di questi loro discorsi, di cui pubblichiamo alcuni stralci, ci ha colpito la freschezza, la forza,l’auspicio che si lavori in direzione della soluzione dei problemi dei più poveri e di chi ha più bisogno.

Ci piace pubblicarli, come impegno e come speranza:

Laura Boldrini “Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno. Quest’aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia. Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.  Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio”.

Piero Grasso: “Quando ieri sono entrato per la prima volta da senatore in quest’aula mi ha colpito l’affresco sul soffitto, riporta quattro parole che sono state sempre di grande ispirazione per la mia vita: giustizia, diritto, fortezza e concordia. Quella concordia, quella pace sociale, di cui il Paese ha ora disperatamente bisogno”….. “In Aldo Moro il terrorismo brigatista colpì il dirigente politico che aveva compreso il bisogno e le speranze di generazione della società italiana. Come Moro scrisse: ‘il destino di un uomo non è realizzare pienamente la giustizia ma di avere sempre fame e sete di giustizia. Oggi migliaia di giovani a Firenze hanno partecipato alla giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia. Vi confesso che mi è molto dispiaciuto non poter essere con loro come ogni anno. Hanno pronunciato 800 nomi di vittime della mafia, persone innocenti uccise nel pieno della loro vita. Il loro impegno, il loro sacrificio, il loro esempio deve essere nostro faro. Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a cercarle da questo scranno, auspicando che venga istituita una nuova Commissione d’Inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese. Ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia in qualità di magistrato e devo dirvi che dopo essermi dimesso dalla magistratura pensavo di poter essere utile al Paese in forza della mia esperienza professionale nel mondo della giustizia, ma la vita riserva sempre delle sorprese”. “Oggi interpreto questo mio nuovo e imprevisto impegno con spirito di servizio per contribuire alla soluzione dei problemi di questo … Giustizia e cambiamento Questa è la sfida che abbiamo davanti. Ci attende un intenso lavoro comune per rispondere con i fatti alle domande dei cittadini che chiedono soprattutto giustizia sociale, più etica, nella consapevolezza che il lavoro è uno dei principali problemi. Penso alla politica che va cambiata e ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci mandano. Quest’aula spero diventi come una casa di vetro…”

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