A Firenze per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie
Giovanni e Maria Gabriele, Deborah Cartisano, Daniela Marcone, Dario Montana, Bruno Vallefuoco, Tilde Montinaro, Claudia Loi e con loro centinaia di familiari di vittime delle mafie. Madre, padre, sorella, fratello di vittime delle mafie che oggi 15 marzo si riuniranno a Firenze per il primo appuntamento della due giorni della diciottesima edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” promossa da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie e Avviso Pubblico, Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie in collaborazione con la Rai Segretariato Sociale e Rapporti con il Pubblico, con il patrocinio del Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, la Regione Toscana, Comune di Scandicci e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La Giornata della Memoria e dell’Impegno ricorda tutte le vittime delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata. La giornata tradizionalmente si svolge ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, ma quest’anno viene anticipata alsabato 16 marzo per favorire la massima partecipazione di quanti arriveranno da ogni parte d’Italia.
La due giorni di Libera si apre nel pomeriggio con l’incontro di circa 600 familiari di vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di 5000 familiari presso Sala dei 500 a Palazzo Vecchio. Alle ore 18 si svolgerà la veglia di preghiera interreligiosa per le vittime delle mafie presso la Basilica di S. Croce presieduta da Monsignor Mario Meini Vescovo di Fiesole in rappresentanza della Conferenza Episcopale Toscana.
“La comunità di Firenze – dichiara Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera– è pronta ad accogliere queste famiglie. Arrivano cariche di ferite che non sono risanabili. È una memoria che si fa impegno, un momento di confronto e di ascolto per ribadire la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime e alla loro straordinaria forza morale. In Italia non c’e’ strage di cui si conosca a pieno la verita’. Il 70% dei familiari di vittime di mafia non conosce ancora la verita’ “
E sabato 16 marzo appuntamento con la marcia con partenza da Fortezza da Basso e arrivo spazio antistante Stadio Artemio Franchi. Qui sarà allestito un palco dove saranno letti gli oltre 900 nomi di vittime delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. La piazza si riempirà di fiori colorati di vita, colorati di impegno grazie ai lavori realizzati dagli studenti di tutte le scuole d’Italia in memoria delle vittime. Sui fiori sarà scritto il nome della vittima, una frase, un disegno, per ricordare e far vivere il sacrificio della persona uccisa dalla criminalità mafiosa. Nel pomeriggio si svolgeranno 17 seminari tematici dalla corruzione al doping, dall’intreccio mafia e politica all’ ecomafie, dall’educazione ai beni confiscati, dall’ informazione all’ etica delle professioni. Sono previsti sette spettacoli teatrali.
Libera per la XVIII edizione ha scelto la Toscana, ha scelto Firenze .“Semi di Giustizia, fiori di Corresponsabilità” è lo slogan della manifestazione. Perché Firenze? Le ragioni sono tante.È innanzitutto la città sfregiata dalla strage di via Georgofili, nella notte del 26 e 27 maggio 1993. Vittime del terrorismo mafioso, morirono cinque persone: la famiglia Nencioni al completo, papà Fabrizio e mamma Angela, le figlie Nadia di 9 anni e Caterina di soli 50 giorni. Morì Dario Capolicchio, studente siciliano di architettura trasferitosi in Toscana, amante della montagna e impegnato nella difesa dell’ambiente. Li ricorderemo insieme a tutte le altre vittime innocenti delle mafie, stretti attorno ai loro parenti e famigliari. Firenze è poi la città adottiva del grande Nino Caponnetto – di cui è appena trascorso il decennale della morte – “padre” del pool antimafia di Falcone e Borsellino, ha dato i natali a un altro valoroso magistrato, Pier Luigi Vigna, da poco scomparso, nonché al giudice Gabriele Chelazzi – morto anni fa – che ha lavorato tanto su via dei Georgofili e al quale si devono molti dei risultati dell’inchiesta.
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