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Modena, Carte in regola: evasione e riciclaggio con i professionisti del Cup

di Gaetano Liardo il . Emilia-Romagna, Progetti e iniziative

Nuovo appuntamento, oggi a Modena, con i professionisti del Cup, il Comitato unitario delle professioni in prima linea nel contrastare le collusioni mafiose nell’ambito professionale. Il seminario di formazione, organizzato in collaborazione con Libera Informazione e Libera, ospiterà la lezione “Evasione fiscale questa sconosciuta” tenuta da Anna Paschero Ardep, dell’Associazione per la riduzione del debito pubblico. Un tema importante che si lega alle altrettanti importanti questioni della presenza delle mafie al nord, in Emilia-Romagna in modo particolare, del riciclaggio di denaro sporco e dei servigi che, troppo spesso, sempre più professionisti mettono a disposizione dei boss.

Non è un caso che proprio ieri, Vito Zincani, Procuratore della Repubblica di Modena, parlando in Consiglio provinciale, abbia trattano la questione. Zincani, che ai professionisti del Cup ha tenuto un’interessante lezione lo scorso 28 febbraio, ha sottolineato che: «La strategia attuale della mafia è mutata: sono diminuiti i reati predatori ed estorsivi, cui però fa da contraltare un proliferare di nuove società con capitale sociale minimo e soggetti incensurati, che nei momenti di crisi intervengono come interlocutori leciti e poco sondabili nelle procedure di concordato e ristrutturazione aziendale».

Ovvero, come emerso da numerose analisi e inchieste, le mafie in Emilia-Romagna insediano l’economia legale. Poche estorsioni, per lo più incanalate verso le imprese di corregionali, molta più attività di acquisizione di imprese in difficoltà, sfruttando le risorse frutto dei proventi illeciti.  L’impresa sulla quale il boss allunga le mani, solitamente tramite il prestito usuraio che costringe l’imprenditore sano a cedere il controllo della propria attività, va da sé che le tasse non le paga. Evasione in piena regala: niente tasse, niente contributi ai lavoratori, mancati introiti per lo Stato. Oltre al danno, la beffa. Inoltre, non bisogna dimenticare che le imprese mafiose sono utilizzate per riciclare denaro sporco.

«L’attività di controllo sui capitali – ha aggiunto il Procuratore Zincani – è quindi molto complessa, per questo è fondamentale la vigilanza dei professionisti del settore, dagli avvocati ai notai ai commercialisti». Proprio quelle categorie che favoriscono le mafie a sbrogliare gli insidiosi meccanismi di controllo. Se leggiamo i dati delle segnalazioni di operazioni sospette da parte dei professionisti emiliano-romagnoli all’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia otteniamo un quadro impietoso. Dai dati riportati nel dossier “Mosaico di mafie e antimafia, i numeri del radicamento mafioso in Emilia-Romagna”, presentato lo scorso dicembre da liberainformazione, si legge che le S.o.s. da parte di commercialisti, notai, avvocati, ingegneri, architetti, etc, in Emilia-Romagna negli ultimi tre anni sono minime.

Nel 2010 se ne contavano 18, 12 delle quali provenienti dalla provincia di Reggio-Emilia; nel 2011 23, 8 delle quali dal reggiano; nel primo semestre del 2012 sono risultate 32, 13 a Reggio Emilia. Modena, nonostante le importanti iniziative messe in campo dal Cup, che nel gennaio del 2011 ha presentato una Carta etica dei professionisti contro le mafie, ha un’incidenza bassissima per le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio. Erano 2 nel 2010, 1 nel 2011, 3 nel primo semestre del 2012.

Un quadro che spinge Zincani a concludere il suo intervento con un pesante interrogativo: «L’attività di controllo sui capitali – ha detto – è molto complessa, per questo è fondamentale la vigilanza dei professionisti del settore, dagli avvocati ai notai ai commercialisti. Possibile che non arrivino mai segnalazioni»?

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