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E lo chiamano azzardo legale

di Antonio Maria Mira il . Senza categoria

«La criminalità organizzata sta acquisendo quote sostanziose del mercato del gioco, evidenziando un legame sempre più intenso ed avanzato con l’imprenditoria». Lo scrive la Procura nazionale antimafia nel capitolo dedicato al «gioco (anche) lecito». Ricchi affari, dunque, occupando settori del mercato legale del gioco. «Le organizzazioni criminali – si legge ancora – esprimono, o si alleano, con soggetti particolarmente dotati sotto il profilo imprenditoriale, capaci di gestire complessi meccanismi aziendali, di sovraintendere a più società che offrono diverse tipologie di gioco, e in grado di gestire una serie di “punti gioco”, sovente dislocati in varie parti del territorio nazionale. Si tratta dunque di vere e proprie imprese criminali».

Sembra la fotografia dell’operazione di ieri in Puglia. E non è un caso che nel capitolo dedicato alla Sacra Corona Unita, la Procura scriva che «particolarmente sviluppato è risultato l’interesse degli ambienti mafiosi al settore dei giochi e videogiochi, cioè agli apparecchi “new slot” e “Video Lottery Terminal” collegati alla rete telematica gestita dai concessionari autorizzati dall’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato». Pagine e pagine dedicate al grande affare dei giochi. Così sempre nell’apposito capitolo si legge ancora che «la criminalità di stampo mafioso non si è lasciata certo sfuggire l’opportunità di penetrare in un settore da cui possono derivare introiti ingenti e attraverso il quale possono essere riciclate ed investite, in maniera tranquilla, elevatissime somme di denaro». Ma, avverte la Procura, non «può essere dimenticato che a fronte di rilevanti introiti economici l’accertamento delle condotte illegali è alquanto complesso, e le sanzioni penali previste risultano piuttosto contenute».

Ma non è solo la magistratura a indagare sul settore dei giochi. Anche i nostri Servizi segreti ci hanno messo l’occhio, ma con un taglio molto particolare. Così nell’ultima Relazione al Parlamento si sottolinea «la marcata tendenza della ’ndrangheta a proiettarsi all’estero…con investimenti e interessi economici in settori sempre più diversificati» e tra questi si indicano anche i giochi. Ma, segnalano gli 007, anche le mafie straniere, in particolare quelle asiatiche e balcaniche, hanno un analogo interesse investendo e riciclando i propri profitti illeciti nel gioco d’azzardo legale in Italia.

Un ricco affare per tutti i clan. «La diffusione e la remuneratività del gioco illegale – scrive ancora la Procura antimafia – è tale che tutti i più importanti gruppi criminali investono – in modo più o meno consistente – nel settore del gioco». Ma ora «la criminalità mafiosa, senza abbandonare le sue tradizionali forme di intervento quali la gestione di bische clandestine, l’organizzazione del toto nero o del lotto clandestino, si è concentrata nei settori più lucrosi del gioco, e dunque innanzitutto nella gestione e nell’alterazione delle c.d. macchinette». Settore nel quale «le organizzazioni criminali investono moltissimo… Del resto sono palesi i guadagni ingenti».

 

Antonio Maria Mira per “L’Avvenire”

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