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Le vicende nazionali

Di redazione il . Rassegne

Prima dell’attualità, un passo indietro. Un tuffo nel passato alla ricerca della memoria. A 34 anni dalla strage di Brescia, si aprirà il terzo processo ai fascisti, presunti colpevoli dell’attentato, dopo i due appelli finiti nel nulla. Rinviati a giudizio per i fatti del ’74 – otto persone morte e gli innumerevoli feriti – Pino Rauti, Delfo Zorzi, CarloMaria Maggi, il generale dei carabinieri Francesco Delfino (defunto), Giovanni Maifredi e Maurizio Tramonte (Unità, 16 maggio).

IL CAOS RIFIUTI
Il rifiuto dove lo metto? Tormentone record, tanto che all’estero si sprecano le ingiurie neanche tanto velate agli italiani che votano Berlusconi, danno la caccia allo “zingaro” e si tengono la spazzatura sotto casa. “Vergogna”. Touche. La lunghissima rassegna stampa parte con un interrogativo gustoso: chi se la sente di fare il sottosegretario con delega ai rifiuti (Unità, 16 maggio)? Il balletto delle discariche si apre con l’ipotesi Eboli e Pianonardine, poi i treni per la Germania e le accuse al commissario De Gennaro, che vive i giorni più brutti della sua missione, gli ultimissimi, con difesa d’ufficio di Manganelli (Mattino 1 – 2, 18 maggio). Tra rivolte e polemiche, trapela la prima ecobomba: il premier pensa a discariche top secret (Corsera 18 maggio). La lunga attesa per il cdm partenopeo del mercoledì continua con il fuoco amico sul governo, le accuse-ombra del Pd e la soluzione Boniver da due piccioni con una fava: usiamo i clandestini per i rifiuti. Addirittura una proposta choc anche per la Lega: questo è schiavismo (Unità 1 – 2 – 3, 19 maggio). Dalla Croisette, Saviano ricorda agli italiani che la spazzatura campana non è solo campana: per trent’anni tonnellate di rifiuti da tutt’Italia sepolte nelle discariche (Corsera, 19 maggio). Nel frattempo, mappa delle discariche alla mano (quelle buone, quelle stoppate e quelle osteggiate), i medici senza silenziatore avvertono che la salute della gente è ad alto rischio. La vera notizia è il minimalismo ministeriale. Il caso prosegue tra gli ecoresistenti di Chiaiano e le resistenze alle poltrone della giunta Iervolino (Corsera 12 , 19 maggio). Mentre Napoli viene blindata in attesa del governo, scoppia un caso nel caso: la camorra avrebbe osteggiato (con il tramite di funzionari regionali e statali) i trasferimenti dei rifiuti in Germania (Repubblica 1 – 2, 20 maggio). Mentre i servizi svelano le convergenze parallele tra i protestanti, che non vogliono morire di diossina, e i camorristi, che vorrebbero tenersi la monnezza per continuare a trasformarla in oro (Mattino, 20 maggio). Segue il pacchetto d’emergenza: siti segreti per stoccare i rifiuti in eccesso, poteri in mano a Guido Bertolaso e un’idea per tenere a bada la gente che protesta: addirittura il deterrente carcere (Liberazione, 22 maggio). L’Europa sta a guardar, ma chiede un piano strutturale e minaccia nuove sanzioni. Bassolino in versione anti-loft fa sponda col governo, mentre Serre trema per il ritorno dell’ex commissario (Corsera 123, 23 maggio). Da Andreatta a Serre sono pronte le barricate, alla faccia dell’arresto (Mattino, 23 maggio). Ultimissima notizia, un ignoto assessore salernitano spiega al mondo come si risolve la questione: basta fare la raccolta differenziata, ammonire chi non la fa ed espellere chi non la fa e parla pure (Avvenire, 21 maggio).

CACCIA AL ROM
Nel pieno del pogrom anti-rom, una notiziola scuote le coscienze di chi giudica pericolosa l’ondata xenofoba italiana: una signorina romena è stata violentata in un call center, mentre faceva le pulizie, da un italianissimo, tra l’altro il convivente della responsabile dell’impresa (Liberazione, 16 maggio). A Ponticelli c’è il camorrista Ciro o sindaco che manda avanti i giovani rondisti (Corsera / Avvenire, 17 maggio). Nelle stanze ovattate degli esperti si prova a trovare la quadra: se la clandestinità non potrà essere reato sarà almeno un aggravante. Intanto, a Trento c’è chi ha ancora voglia di sporcarsi le mani e trovare un dialogo interculturale (Avvenire 1 – 2, 17 maggio). C’è chi non usa eufemismi e bolla la “grande caccia” al rom, ai clandestini e al diverso come deriva simil-nazista (Unità 1 – 2 – 3, 19 maggio). Mentre a Ponticelli scompaiono 12 bambini rom (la denuncia, passata sotto silenzio, è di una ispettrice ungherese dell’Ue), l’Europa si spacca. Accuse all’Italia, ma apertura alle misure sulla clandestinità (Avvenire 1 – 2, 21 maggio). Anche la Spagna di Zapatero, in asse con la Francia di Sarkozy, è pronta a rivedere Schengen e a detenere fino a 18 mesi i sans papier nei Cpt (Corsera 1 – 2, 23 maggio). Intanto, si torna a parlare di legge ad personam. La denuncia è del solito Di Pietro. Il governo ha inserito nel decreto sicurezza una norma che prevede la possibilità di stoppare i processi per due mesi (reati precedenti al 2002) per valutare l’ipotesi patteggiamento. Una norma subito ritirata dopo le polemiche (Avvenire, 21 maggio).

TRAVAGLIO-BAVAGLIO
Coda polemica sul caso del giornalista torinese. Dopo l’ammonizione dell’Agcom e del cda Rai (Gazzetta del Sud, 15 maggio), Santoro e lo stesso Travaglio, dall’ammiraglia Annozero, sparano su Corsera e Repubblica per i veleni (parecchi) dei giorni precedenti (Corsera 1 – 2 / Unità, 16 maggio). Mentre il castigatore piemontese trova il tempo di farsi intervistare, inneggiando ai fatti ostinati e sovversivi (Liberazione, 16 maggio). A gettare benzina sul fuoco ci pensa il neo segretario alla comunicazione Romani, che detta la linea e dà le pagelle. In breve, Rete4 resta, bocciati Fazio, Dandini e Travaglio, debito formativo per Santoro e Annunziata, bravo a Floris. Con tanto di paventato ritorno di Saccà. Unica protesta quella di Neri Marcorè e Ascanio Celestini: questo è un nuovo editto (Repubblica 1 – 2, 20 maggio).

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