Lo sbarco dei Mille nel nome di Falcone
Alcuni di loro non erano ancora nati quando 500 kg di tritolo fecero saltare in aria il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la sua scorta quel 23 maggio di sedici anni fa. Altri c’erano ma erano molto piccoli. “Falcone e Borsellino sono morti perchè lottavano per un futuro migliore: il nostro”. Così recita stamani al porto di Palermo uno dei tanti striscioni colorati che i ragazzi palermitani hanno organizzato, insieme a musica e poesie, per accogliere gli oltre mille ragazzi arrivati in Sicilia a bordo della “nave della legalità”, sulla quale viaggia anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Sono tutti ragazzi/e fra i 12 e i 16 anni ma sanno bene quanto queste morti siano state il prezzo altissimo pagato dalla società civile, dallo Stato, per difendere dalle mafie il loro futuro che è il presente di oggi. Cantano, urlano in coro e applaudo in segno di gemellaggio e reciproca stima i loro coetanei che poco dopo le 8 del mattino iniziano a scendere dalla grande nave che li ha messi in viaggio dalla Sardegna alla Valle d’Aosta, per questa giornata di memoria e impegno nel nome di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, ma anche di Paolo Borsellino, Rocco di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro e di tutti quelli che nell’esercizio del loro dovere hanno perso la vita per mano di Cosa nostra.
Innumerevoli palloncini colorati si sono levati al cielo al suono di Imagine di John Lennon, quando il portellone destro della nave si è aperto e i ragazzi sono scesi, regione per regione, avvolti nel calore degli applausi dei ragazzi di palermo. I giovani si sono divisi in due gruppi: uno si è diretto verso l’aula bunker dell’Ucciardone dove sta ascoltando una ricostruzione del maxiprocesso mentre il secondo si è recato a Capaci dove c’è stato un altro momento commemorativo. Alle 15.,30 avranno inizio i due cortei, uno da via d’Amelio e l’altro dal carcer Ucciardone; entrambi confluiranno in via Notabartolo sotto l’albero dedicato a Falcone. Dopo la commemorazione delle 17.58, ora della strage, la giornata terminerà per tutti loro in musica, con la performance d Lorenzo Cherubini (con un brano dedicato alla memoria dei due giudici) e alle 21.00 continuerà con altri artisti in piazza Magione. Ieri nel luogo della strage, invece, alle 23 allo svincolo di Capaci dove ha sede la stele che la ricorda, si è svolta una messa celebrata, fra gli altri anche da Don Ciotti a conclusione di una giornata in cui gli agenti del “Quarto Savona Quindici”, il gruppo scorta d Falcone, sempre sul luogo della strage avevano incontrato molti ragazzi con i quali hanno parlato, si sono commossi, raccontando aneddoti di quei giorni e le sensazioni che li accompagnano ancora oggi . Vito, Rocco e Antonio, come sottolinea Tina Montinaro, moglie di Antonio, “erano uomini normali. Non chiamateli eroi, erano uomini come tutti noi, con affetti e famglie. Mio marito era una persona normale”.
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