L’altra Locride, i volti degli uomini contro
di al.ma.
Non è il primo, non è l’unico e non sarà l’ultimo uomo che si batte e si è battuto contro le cosche, nella Locride (e in Calabria). Prima di Bregantini ci sono stati Rocco Gatto e Rocco Palamara, un mugnaio contro il pizzo e un anarchico che non ha avuto paura di don Stilo. Hanno pagato caro, hanno assaggiato la lupara. C’è stato e c’è ancora un altro sacerdote del dissenso, anche lui del Nord-Est: è Natale Bianchi, altro protagonista della Africo di Stajano, prete spretato che ha dedicato la propria vita alle donne della Locride. Un modo diverso di guardare a queste madri sempre vestite di nero: Bianchi non ha sopportato di vederle strisciare con la lingua in terra fino all’altare – una pratica che è viva ancora oggi – e le ha spinte a diventare protagoniste di se stesse. Un precursore del terzo settore, delle cooperative tessili nate addirittura nei primi anni 80, a Gioiosa Ionica.
Ci sono stati sindaci come Francesco Modafferi, il primo a organizzare in Italia uno sciopero cittadino contro le mafie e il primo a far costituire il proprio comune parte civile in un processo di mafia. Una lunga lista, che continua con i gruppi rock-dialettali (anche loro precursori) degli Omertà e degli Invece, con artisti come il cantastorie Nino Racco. Con i giovani ragazzi di Bovalino Libera, che sono scesi in piazza senza paura dopo il rapimento di Lollò Cartisano, per dire al mondo che non erano sequestratori, ma sequestrati dai clan, che era lo Stato a latitare.
La lista continua, come è ovvio, ma non troppo se c’è ancora chi come Ernesto Galli Della Loggia si interroga sul perché la Calabria non si sia ancora ribellata. Continua con le cooperative di Libera Terra e con uomini come Mario Congiusta e Liliana Carbone, genitori coraggiosi di vittime innocenti. Continua con Stefania Grasso, una donna fuori dal comune che ha scelto di restare a Locri, la città che il padre Cecè amava così come amava la legalità, e per questo è stato ammazzato dai sicari del racket. Un album di famiglia, con i nonni, i genitori e i fratelli maggiori di quei ragazzini di Locri che tutti conoscono.
Bregantini lascia costretto dall’obbedienza alla Santa Sede. E il suo testimone, c’è da starne certi, non sarà lasciato cadere.
al.ma.
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