Gallipoli, blitz della Gdf e del Ros in casa del cugino del boss
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e i carabinieri del Ros hanno sequestrato 155mila euro in contanti a Giorgio Pianoforte, cugino del boss Salvatore Padovano. Pianoforte è attualmente sotto processo perché accusato di avere avuto un ruolo attivo nell’omicidio di Salvatore Padovano, alias “Nino Bomba”. La somma era custodita in una cassaforte ma gli investigatori, coordinati dal Sostituto Procuratore Elsa Valeria Mignone, sono riusciti a trovarla dopo aver messo a soqquadro l’ abitazione.
L’operazione rientra nell’ambito del sequestro del patrimonio riconducibile alla famiglia Padovano. Il decreto era stato emesso il 18 dicembre scorso dal Presidente della Prima Sezione Penale Gabriele Perna. Il valore dei beni sequestrati alla famiglia Padovano ammonta, complessivamente, a circa tre milioni di euro: abitazioni, società, conti correnti, autoveicoli e furgoni.
Un provvedimento che ha come fine ultimo la confisca, giustificato dalla sproporzione tra i redditi dichiarati al fisco e quelli effettivamente posseduti. La misura di prevenzione patrimoniale ha lo scopo di impedire che i beni di provenienza illecita possano essere venduti o alienati. Gli inquirenti sono convinti che tutte le attività dei Padovano siano state avviate grazie al denaro della Sacra Corona Unita.
Nel decreto, infatti, si menziona la “mancanza di fonti lecite di reddito, che possano adeguatamente giustificare l’ avvio delle attività imprenditoriali nel campo ittico o di distribuzione di bibite da parte dei germani Padovano Salvatore e Pompeo Rosario”. Dalle indagini è emerso che molte delle attività, nate grazie alle risorse finanziarie dei Padovano, sarebbero state intestate a parenti o prestanome. I beni sono stati affidati al dottor Ivan Carpentieri in qualità di amministratore.
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