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Pizzini della legalità arrivano alla Fiera del libro di Torino

Dal Blog il . Altre regioni, Dai territori, Sicilia

Al di là del paese ospite, al di là del tema della “bellezza” al quale è dedicata la fiera, un’altra parola, tra le tante stampate sulle pagine dei libri, ha dominato per me l’edizione 2008 della Fiera del Libro: la parola “legalità”. Si è parlato di cultura della legalità nei numerosi interventi di Luigi Ciotti, si è parlato di legalità nell’incontro con i ragazzi di Scampia.

C’è un angolino un po’ sfigato nella fiera, proprio in fondo a sinistra, all’estremità del viale centrale, in cui un piccolo stand espone i “pizzini della legalità” dell’editore Coppola di Trapani. Libretti minuscoli appesi ad un filo con piccole mollette da bucato. Io sto là. Salvatore Coppola è un caro amico e il suo coraggioso impegno per la divulgazione della cultura della legalità mi coinvolge e mi entusiasma. In questa come in altre occasioni ho sentito il dovere di dargli una mano, per puro spirito di volontariato, per il piacere di sentirmi parte di quella società civile che partecipa, che cerca di fare, di cambiare, di associarsi, di collaborare, di comunicare, anche con voce flebile, dal basso, dalla base, con pochi mezzi, con fil di ferro e spago, lontano dai riflettori, nel sottobosco della coscienza comune. Anche da Torino perché il problema della criminalità organizzata non riguarda solo il sud. Riguarda tutti noi.

Eccomi dunque per quattro giorni a pedalare con la mia sgangherata bicicletta, anche sotto la pioggia nel cuore della notte, con il pass della fiera sventolante appeso al collo, per andare e tornare dal Lingotto, schivando i sorci che di notte sfrecciano sulla ciclabile del lungo Po. Eccomi allo stand di Coppola per dedicare tutto il mio tempo libero a una giusta causa, come si diceva un tempo. Quattro giorni a vendere i “pizzini”, piccoli block notes di confezione artigianale con testi, articoli, racconti, le storie delle vittime della criminalità, di Peppino Impastato ucciso il 9 maggio 1978, stesso giorno di Aldo Moro, un trentennale importante troppo taciuto dalla comunicazione di massa, di Mauro Rostagno, fondatore della comunità Saman di Trapani, conduttore per una emittente televisiva locale, impegnato nella lotta alla mafia e assassinato all’età di 46 anni da ignoti nel settembre del 1988, di Rita Atria giovanissima collaboratrice di giustizia, morta suicida all’età di diciassette anni mentre viveva in clandestinità a Roma, subito dopo l’attentato a Borsellino con il quale aveva iniziato a collaborare.

Quattro giorni di impegno alla fiera del Libro. Quattro giorni passati a vendere i “pizzini” a favore dell’associazione “Libera” di Luigi Ciotti. Quattro giorni a parlare, a discutere sui temi della legalità e della criminalità, dell’impegno e della denuncia. Quattro giorni intensi.

 
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