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E’ Santa Maria Capua Vetere ma sembra Beirut

Di Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

A.S.Maria C. V. la vita sembra
scorrere regolarmente, il traffico è quello di sempre ed il tran tran
quotidiano non è cambiato di una virgola. Silenziosamente, però, si
rincorrono i commenti tra le strade, nei bar per quanto accaduto da
nemmeno settantadue ore. Un incendio di natura dolosa ha distrutto l’azienda
di materassi Hardflex, la ditta di Pietro Russo il presidente dell’associazione
antiracket del luogo che annovera solamente una quindicina di iscritti.
A dir la verità la chiusura al traffico di via Avezzana dove si trova
oramai ciò che resta dell’azienda della famiglia Russo, in occasione
della manifestazione di solidarietà che il FAI, presieduto da Tano
Grasso, e l’Associazione Libera hanno voluto organizzare pare abbia
indispettito qualche residente: “Sentite ma quando fernisce sta recita”.
 

La camorra mostra nuovamente
i muscoli colpendo un simbolo e facendo capire, se ancora ce ne fosse
bisogno, che non possono esserci alternative per chi decide di opporsi
alle sue leggi.  Proprio in mattinata a Castel Volturno, in un
agguato, è stato assassinato un uomo di 65 anni, Domenico Noviello,
titolare di una scuola guida che alcuni ani fa, così come aveva deciso
di fare Pietro Russo, denunciò alle autorità i suoi estorsori facendoli
arrestare.
 

Il clan dei casalesi, dunque,
ha paura delle decisioni finali, delle sentenze definitive che stanno
per avvicinarsi e così, come aveva già scritto nella sua relazione
conclusiva la Commissione Nazionale Antimafia del governo uscente, porta
a termine azioni militari di estrema violenza facendo ordine anche al
proprio interno. L’uccisione avvenuta nei giorni scorsi di Umbero
Bidognetti, papà del collaboratore di giustizia Domenico, rappresenta,
secondo gli inquirenti, che gli affiliati di Francesco Bidognetti, alias
cicciotto e mezzanotte, vogliono dimostrare agli Schiavone che sanno
ancora tenere a bada chi può mettere in pericolo il futuro stesso del
clan. Nel frattempo, però, a Casal di Principe sono ricomparse altre
scritte minatorie nei confronti di  Roberto Saviano e, peer la
prima volta, anche di Rosaria Capacchione questo, secondo qualcuno,
non sarebbe altro che un’azione voluta da Francesco Sandokan Schiavone
che, nonostante si trovi in carcere dove sta scontando una condanna
all’ergastolo, rimane, almeno per ora, il capo incontrastato del clan.
Come se non bastasse fa seguito anche la notizia che i soliti ignoti
hanno asportato le ringhiere delle balconate e tagliati alcuni alberi
dalla villa confiscata a Walter Schiavone che, prossimamente, diventerà
un centro sportivo riabilitativo per disabili.. Un’azione simbolica
proprio nei confronti di quella villa che Roberto Saviano descrive e
pontifica anche nel suo best seller Gomorra in concomitanza, poi, con
l’ uscita nelle sale cinematografiche del film di Matteo Garrone tratto
dall’omonimo romanzo.
 

Nel cortile dell’azienda
Hardflex le parole pronunciate da Tano Grasso appaiono più taglienti
di mille coltelli affilati: “Uno scempio”, grida a gran voce il
presidente del FAI; “che si sarebbe potuto evitare solo se Pietro
Russo non sarebbe stato lasciato solo e a far parte di quest’associazione
antiracket ci sarebbero stati un numero più cospicuo di commercianti”.

Ma anche qui a S.Maria sembra
quasi impossibile nominare la parola camorra e non lo fa, nel suo intervento,
infatti, nemmeno il Vescovo di Capua Mons. Bruno Schettino, ma questo
per la Chiesa locale sembra un liet motiv dal quale si fa fatica a prendere
le distanze. A S. Maria C.V. è difficile, se non impossibile pensare
di poter costruirre comunità alternative alla camorra, qui dove la
politica è colpevolmente incapace di riutilizzare beni confiscati,
appartenuti all’ex vice sindaco democristiano Nicola Di Muro, 
lasciati in completo stato di abbandono da oltre dieci anni. In questo
comune, dove si registra uno spaventoso immobilismo della classe dirigente,
dove la politica sembra essere solo il mezzo per poter assegnare incarichi
e distribuire prebende, appare, quindi, del tutto normale l’assenza
di quasi l’intero  consiglio comunale ad eccezione del sindaco
e di qualche consigliere. Non desta nemmeno un po di scalpore che a
leggere una lettera di solidarietà a Pietro Russo, indicata come una
presa di posizione degli studenti del Liceo classico sammaritano “Cneo
Nevio”, salvo poi scoprire che la missiva è stata inviata alla direzione
della scuola amezzo fax proprio dagli uffici comunali,  sia solamente
una studentessa e non anche un rappresentante delle istituzioni politiche.
Quest’oggi, per’altro, mancavano all’appello anche rappresentanti
di Provincia e Regione. Sembra non ci sia altro da aggiungere se non
un’ulteriore e amara riflessione visto che  “l’emergenza
rifiuti” pare continui a distrarre un po tutti.

L’assemblea di solidarietà
si sarebbe dovuta concluedere con una fiaccolata ma, senza un vero e
proprio motivo, anche quest’iniziativa è fallita. Tra i pochi che
sono accorsi in tanti erano distratti, un insaopportabile brusio ha
coperto la voce dei relatori.
 

Lo sguardo non può che rimbalzare
continuamente su quelle laceranti macerie, su quanto rimane di  
una ditta a conduzione familiare dove lavoravano cinque persone. Poche
telecamere, qualche taccuino, uniformi e sguardi confusi. E’ S.Maria
C.V., ma sembra Beirut.

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