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‘Ndrangheta, operazione contro cosca Mammoliti -Rugolo

Di redazione il . Calabria

Le tre persone arrestate nell’operazione condotta dai carabinieri questa mattina nella Piana di Gioia Tauro Saverio Mammoliti, Antonio Mammoliti e Danilo Carpenelli, danneggiavano le coltivazioni per convincere i proprietari a lasciare i terreni. Una pratica diffusa che e’ una “tipica modalità’ mafiosa che vanifica il lavoro onesti di tanti anni”. Anche la cooperativa Valle del Marro nel mirino delle famiglie di ‘ndrangheta. A spiegare i contorni dell’operazione di oggi durante una conferenza stampa il procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza  commentando l’indagine coordinata alla Dda e condotta insieme alla Procura di Palmi. Sono accusati di estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, furto, danneggiamento e incendio. Il gruppo criminale ha la sua base operativa a Castellace di Oppido Mamertina ed estende la sua influenza in tutta la piana di Gioia Tauro. “Il tentativo di accaparrarsi i terreni rientra nella visione arcaica delle ‘ndrine ma in questi gesti – ha proseguito il magistrato riferendosi anche agli atti intimidatori subiti dalla cooperativa sociale Valle del Marro Libera Terra – ho visto qualcos’altro. Non solo la finalità’ di lucro ma il volere contrastare il valore simbolico della confisca tenendo conto del significato che assume agli occhi della collettività'”. Con questa operazione, ha sottolineato Sferlazza, “lo Stato ripristina la legalità’ e riacquista e riacquisisce i beni che erano diventati della collettività'”.
“Un plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine, un segnale forte di presenza dello Stato,  essenziale  perché ai cittadini ed alle  imprese sane del  territorio, che sono la  maggioranza, venga restituito il valore della  libertà d’impresa,  del senso civico della crescita nella legalità – fa sapere l’ associazione Libera in una nota. Gli attentati subiti dalla cooperativa non  hanno fermato e non fermeranno la scelta, l’impegno, la determinazione  di Libera e della sua rete nell’ opera di restituzione alla  collettività in Calabria  come in tante altre parti del paese, di  quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia. Come Libera insieme alla cooperativa Valle del Marro ci attiveremo per  costituirci parte civile al processo perchè siamo convinti che anche in  quei luoghi è importante accompagnare la ricerca di verità”.


Situazioni come queste sono molto diffuse nella Piana di Gioia Tauro, oltre gli attentati al bene confiscato, decine di proprietari sono costantemente taglieggiati e tenuti sotto pressione dalle cosche che vogliono appropriarsi dei terreni, delle imprese e delle attività’ economiche. Questo il quadro emerso stamani durante la conferenza dalle parole del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Michele Prestipino.”E’ un fenomeno, ha sottolineato il magistrato, da non sottovalutare perché l’accaparramento dei terreni rafforza la potenza delle cosche sul territorio. La ‘ndrangheta condiziona l’economia, la proprietà’, la libertà.  Con questa operazione e altre già fatte vogliamo invertire la tendenza e riaffermare la presenza dello Stato, l’interesse di chi produce seguendo le regole e non vuole cedere a ricatti”. I procuratori hanno invitato gli imprenditori a collaborare con le forze di polizia e la magistratura. “La ‘ndrangheta – ha concluso il magistrato Prestipino, voleva impedire alla cooperativa di produrre, di assumere persone. Sa che questo ha un valore sociale importante”. Ma non ce l’hanno fatta. I ragazzi della cooperativa sono ancora li’, con il sostegno di tanti in tutta Italia.  Il magistrato ha dunque espresso la sua solidarietà’ alla cooperativa e a Don Pino Demasi che ne e’ uno degli animatori. 

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