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Pavia, nasce il presidio di Libera

Di Giorgio Tiraboschi il . Lombardia

8 ottobre a Pavia. Potrebbe sembrare una giornata qualsiasi, ma in realtà per un gruppo di persone è stato la realizzazione di un grande progetto: si è costituito il Presidio di Libera a Pavia. Questo giorno è arrivato dopo un cammino lungo un anno fatto dal gruppo di “Costruendo Libera”, che ha cercato prima di costituirsi ufficialmente, di essere sulla stessa linea d’onda dell’associazione. Infatti il gruppo si è dato un anno per allacciare rapporti con tutte le associazioni ed i gruppi che erano già attivi sul territorio sul tema della legalità, dell’antimafia e della cittadinanza attiva. Il luogo dell’evento è molto simbolico: l’Aula Scarpa dell’Università di Pavia. Dove orde di aspiranti medici hanno imparato l’arte della medicina. E dove un manipolo di studenti universitari ed ormai ex studenti si sono dati appuntamento per concretizzare quel progetto a cui hanno lavorato con entusiasmo.
Tutto infatti è partito proprio in quei cortili dell’Università, dove sotto un albero di magnolia adagiati sul muretto che ne circondava l’aiuola, si parlava tra amici dello slancio lasciato nei partecipanti ai campi di lavoro dell’estate prima sui terreni confiscati alle mafie. Campi negli aranceti di Belpasso, campi a Isola di Capo Rizzuto nei terreni tolti al clan Arena, campi nella terra di Calabria, a Polistena. E soprattutto si parlava di un’idea che sembrava vincente: la rete.
E da lì si è partiti per tessere, giorno dopo giorno, il “Noi” civico che può combattere il malaffare delle mafie.
La giornata si è svolta in un pomeriggio in cui “Costruendo Libera” ha presentato il programma di presidio agli associati singoli e alle associazioni e in cui Davide Salluzzo, di Libera Vigevano e Lorenzo Frigerio, referente regionale di Libera, hanno tratto le conclusioni della giornata e presentato il programma regionale. Invitata però era tutta la cittadinanza e le autorità locali per uno scambio proficuo d’idee, nel rispetto dei propri ruoli e prendendo coscienza di quello che ognuno è chiamato a svolgere.
Non sono mancati problemi tecnici e qualche imprevisto dettato dall’emozione di trovarsi per la prima volta a raccontare qualcosa di sé davanti a un pubblico. Ma è il bello della diretta! Il progetto è stato però spiegato partendo da quattro pilastri che secondo il gruppo sono fondamentali nell’orientamento dell’operato di Libera: unire le forze nella lotta alle mafie, riappropriarsi del territorio, formarsi come cittadini e costruire sulla memoria, da cui nasce l’impegno. E così il gruppo ha esposto il programma svolto e le idee per il futuro nel campo dell’informazione, dell’utilizzo dei beni confiscati, della formazione nelle scuole, della memoria delle vittime di mafia.
Poi è stata data la parola a tutte le associazioni intervenute, che hanno proposto le loro idee e dichiarato la loro disponibilità a collaborare per fare un fronte comune contro l’illegalità ed il malaffare dilaganti anche a Pavia a causa delle attività delle organizzazioni criminali e delle collusioni con esse da parte del tessuto imprenditoriale e delle stesse istituzioni (basti citare il non invidiabile primato nella classifica delle più alte cifre procapite spese nel gioco d’azzardo; per arrivare poi agli arresti eccellenti di boss della ‘ndrangheta e il coinvolgimento del territorio nell’inchiesta “Infinito” e in quella sulla clinica Maugeri, eventi che hanno destato una sorpresa talvolta un po’ ipocrita nell’opinione pubblica e nelle autorità).
Sono quindi intervenuti due rappresentanti della rete di Libera Lombardia. Davide Salluzzo che ha approfondito la tematica della corresponsabilità, utilizzata durante il dibattito. Bisogna infatti “spingere tutta la popolazione a partecipare con una diversa modalità, realizzare una cittadinanza diversa, in cui si possa contare su un’ “antimafia professionale” e non “professionisti dell’antimafia” che non lasci nessuno spiraglio ai tentativi delle organizzazioni criminali. In questo senso, è necessario combattere la tendenza ad adagiarsi sul meccanismo della delega sia nella società, da parte dei cittadini verso i politici, i magistrati e le forze dell’ordine (o le associazioni come Libera), sia all’interno di Libera, da parte degli iscritti, singoli o associazioni, nei confronti dei referenti”.
Lorenzo Frigerio, cui era anche demandato il compito di parlare del programma regionale di Libera, ha ricordato il grande lavoro dei familiari delle vittime e delle persone attive in Libera per tenere insieme ed animare la collaborazione tra singoli e tra associazioni diverse. “Non sono i grandi personaggi, ma il lavoro quotidiano che può sconfiggere la mafia; e in ogni ambito, perché se veramente essa fossero solo i criminali, la lotta sarebbe già a buon punto, come invece purtroppo non è. Anzi, appare incredibile che ancora oggi, dopo migliaia di condannati per reati di stampo mafioso a Milano, si senta dire che si “scopre la mafia al Nord”: serve soprattutto di non chiudere gli occhi”
Frigerio, ignaro del fatto che questo intervento era papabile come introduzione alla giornata, ha ricordato il metodo di lavoro del pool di Palermo che si potrebbe riassumere in quattro caratteristiche: specializzazione nella ricerca, circolazione delle informazioni , corresponsabilità e discrezione nel divulgare le notizie.
Sapendo dove è nato il gruppo, è quasi naturale che ci fossero durante tutto il pomeriggio, fuori dall’Aula, dei banchetti con i prodotti di Libera e con la raccolta di fondi a favore degli alberi bruciati a Castelvetrano, a Belpasso e a Mesagne questa estate. Non è mancata così la possibilità di contattare altri passanti, di trovarsi alla fine tutti insieme per un brindisi e di sentirsi parte di un’azione collettiva sempre più forte, e sempre più necessaria.

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