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Incrementare la lotta all’evasione fiscale

Di Rocco Artifoni il . L'analisi

Quasi 400 miliardi di euro di ricavi non dichiarati e circa 180 miliardi di euro di imposte non pagate: sono queste le ultime stime relative all’evasione fiscale italiana in un anno. Nel 2011 le maggiori entrate accertate sono state di 30 miliardi di euro e i soldi recuperati hanno raggiunto la cifra record di 12,7 miliardi di euro (nel 2010 erano stati 11 miliardi di euro). In altre parole le Istituzioni preposte (in particolare Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza) stanno incrementando i controlli e ottenendo risultati migliori del passato, ma non riescono ad arrivare nemmeno al 10% del fenomeno reale.
I dati relativi ai primi 5 mesi del 2012 confermano questa situazione: la Guardia di Finanza ha sequestrato e confiscato beni per oltre 3, 3 miliardi di euro alla criminalità economica ed organizzata. I più colpiti dai rilievi della polizia fiscale sono gli evasori fiscali: sono stati infatti sequestrati beni per un miliardo di euro a 1.781 soggetti controllati e sono state emesse denunce per 464 responsabili di “frodi carosello” che avevano evaso l’ IVA per 204 milioni di euro.  Sempre nel corso dei primi cinque mesi del 2012, la Guardia di Finanza ha anche impedito il trasferimento all’estero di denaro contante per 445 milioni di euro; scoperto 13mila lavoratori “in nero”; bloccato sprechi di denaro pubblico per 500 milioni di euro; denunciato 1.681 truffatori, tra falsi invalidi e falsi poveri; eseguito 194.000 controlli, in tutto il territorio nazionale, sulla corretta emissione degli scontrini e ricevute, riscontrando irregolarità nel 32% dei casi; sequestrato 44 milioni di prodotti contraffatti e 11 tonnellate di droga.
Il presidente del consiglio dei ministri Mario Monti presente alla festa per l’anniversario di fondazione della Guardia di Finanza il 21 giugno ha dichiarato: “La lotta all’evasione fiscale è una priorità assoluta per il nostro Governo, perché erode la legalità e mina il patto con i cittadini”. In un momento di crisi in cui l’Italia è sotto osservazione le dimensioni e la gravità dell’evasione fiscale “costituiscono un vulnus gravissimo” per il Paese, ha detto Monti sottolineando che il sommerso si attesta tra il 16,3 e il 17,5% del Pil: “quasi un quinto della ricchezza del paese”. Secondo Monti “la legalità è la miglior polizza di assicurazione per il futuro degli italiani: saremo intransigenti con i più forti e comprensivi con i più deboli e avremo la capacità di saper distinguere i primi dai secondi”.
Recentemente su Il Sole 24 Ore in prima pagina è stato pubblicato un intervento di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, che ha scritto: “l’evasione fiscale è una forma di furto al bene di tutti, una colpa morale frutto di egoismo e di avidità, una negazione di quell’esigenza di solidarietà verso gli altri, specie i più deboli, che deve regolare la società e l’impegno dei singoli”. Il Vescovo Forte non si è limitato a “denunciare” gli evasori, ma ha richiamato la classe politica ad una più equa azione fiscale: “chiedere a tutti lo stesso prezzo secondo un apparente criterio di giusta ripartizione, è in realtà somma ingiustizia (è quello che avviene di fatto col rialzo dell’Iva, che finisce col colpire diffusamente tutti e specialmente chi meno ha e può dare!)”. Secondo Bruno Forte è necessario “domandare di più specialmente a chi dispone di grandi risorse e gode di un’ampia gamma di beni superflui o non strettamente necessari. Come affermava Giuseppe Toniolo, l’economista cattolico beatificato lo scorso 29 aprile: «Chi più può, più deve; chi meno può, più riceva».”
Il vescovo di Chieti-Vasto ha concluso il suo autorevole intervento con la consapevolezza che solo l’etica può salvare un’economia senza punti di riferimento: “il sussulto morale più volte richiesto appare più che mai urgenza indilazionabile, disattendendo alla quale si compromette l’avvenire di tutti”.  Se teniamo conto che il debito pubblico italiano alla fine di aprile 2012 ha raggiunto il record assoluto di 1.948 miliardi di euro (con un aumento di oltre 50 miliardi di euro nei primi 4 mesi del 2012), dobbiamo riconoscere che si tratta di parole “sante”: questa classe politica sarà capace di ascoltarle e di agire di conseguenza?

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