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Bombe a Reggio, domani al via il processo a Catanzaro

Di Anna Foti il . Calabria

Si terrà domani la prima udienza, dinnanzi al Tribunale collegiale di Catanzaro, del processo celebrato con il giudizio immediato, dunque senza udienza preliminare, per l’esplosione della bomba dinnanzi alla Procura generale di Reggio Calabria del 3 gennaio 2010 e sotto l’abitazione del procuratore generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, nell’agosto successivo, e per l’intimidazione all’ex procuratore, ora capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, quando un bazooka fu fatto trovare all’esterno del palazzo che ospita il DDA reggina, il Cedir. L’udienza di domani, tuttavia vedrà al banco degli imputati solo tre dei quattro indagati, Antonio Cortese, Vincenzo Puntorieri, indicati come gli esecutori materiali, e Luciano Lo Giudice, poiché il fratello Antonino Lo Giudice, autoaccusatosi di essere il mandante dopo il suo arresto nell’ottobre 2010, ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato che sarà celebrato lunedì’ 11 giugno dinanzi al GUP di Catanzaro. Nino Lo Giudice dunque, rinuncia la dibattimento ed alla formazione della prova in contraddittorio, per un pena che potrebbe essere diminuita di un terzo. Per gli stessi fatti invece, gli altri tre soggetti saranno giudicati dopo la fase dibattimentale, la cui prima udienza è fissata per domani.

L’auspicio, ovviamente, è quello di venire a capo di quanto accadde in quei frangenti così bui e delicati di una offensiva nei confronti delle Istituzioni di cui i fatti in oggetto, pur se gravi, non costituiscono gli unici episodi. Le dichiarazioni al vaglio degli inquirenti impegnati nella ricostruzione e nell’accertamento delle responsabilità non sono solo quelle di Antonino Lo Giudice ma anche quelle di altri collaboratori che hanno fornito per altro anche elementi in contraddizione, come il cugino di Nino Lo Giudice Consolato Villani, o elementi legati ad altre piste investigative, quali l’iniziali ipotesi di un coinvolgimento dei Serraino oppure, come nel caso del nuovo collaboratore Marco Marino, vicende legate al processo per l’omicidio della guardia giurata Luigi Rende, avvenuto nell’agosto del 2007 durante un tentativo di rapina a Reggio.

Consolato Villani, imputato in altro processo a Reggio Calabria, smentirebbe che alla guida dello scooter che sostò dinnanzi alla Procura reggina, ci sia stato Vincenzo Puntorieri sostenendo che a guidarlo fosse lo stesso Antonino Lo Giudice. Convergono invece le dichiarazioni dei due cugini su Antonio Cortese per l’attribuzione del ruolo di armiere della ndrina, quindi colui che confezionava gli ordigni e predisponeva appunto le armi.

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