Protezione per i giornalisti di “El Faro”
I giornalisti di El Faro, un organo di stampa di El Salvador, in Centro America, hanno deciso di assumere la responsabilità sociale, così come molte altre persone, di denunciare alla comunità del proprio Paese e a quella internazionale quanto sta accadendo con riferimento alla crescente violenza, impunità e corruzione conseguenza della criminalità organizzata in El Salvador. A maggio del 2011, El Faro pubblicò un reportage dal titolo “El Cartel de Texis” con il quale rivelava l’esistenza di una rete criminale organizzata nella parte nordoccidentale di El Salvador. Questa organizzazione registra tra i suoi membri grandi imprenditori, deputati nazionali, amministratori locali, agenti di polizia, leader delle pandillas e dirigenti delle squadre di calcio. La storia indica che l’informazione derivava da fascicoli interni a varie agenzie di intelligence, compresa quella di polizia, e da alcune inchieste sul campo realizzate da giornalisti di El Faro.
Il reportage completo si può consultare a questo link.
Il Presidente della Repubblica Mauricio Funes affermò pubblicamente di essere a conoscenza di questi fascicoli e di aver personalmente ordinato alle autorità competenti di indagare in modo esaustivo i fatti denunciati. A novembre del 2011, il Ministro della Difesa, Generale David Munguía Payés, che in passato aveva dichiarato di voler ridurre alcuni diritti civili per combattere la violenza, viene nominato Ministro della Sicurezza Pubblica e promette immediatamente di voler ridurre l’alto tasso di omicidi del 30 per cento in un anno. El Faro si oppone a questa nomina per la sua origine militare e, pertanto, per la possibile violazione degli Accordi di Pace.
Verso la fine di gennaio del 2012, il Generale Munguía Payés da avvio ad una serie di cambi nell’intero sistema di sicurezza. Nomina un altro militare, il Generale Francisco Salinas, a capo della Polizia Nazionale, in aperto contrasto con quanto stabilito dagli Accordi di Pace in merito (la polizia deve essere diretta da un civile). Munguía nomina un altro militare, il colonnello Simón Molina Montoya, come vice-direttore dell’Organismo dei Servizi Segreti dello Stato. Il 14 marzo scorso, El Faro ha reso note le negoziazioni tra il Gabinetto di Sicurezza di El Salvador e i leader delle Pandillas allo scopo di ridurre gli omicidi in cambio di benefici per i pandilleros.
L’informazione ha tra le sue fonti alcuni agenti dei servizi segreti, ed i primi passi intrapresi dalle autorità, per quanto consta, sono stati ancora una volta interni agli organi di polizia e di alta sicurezza dello Stato, in un nuovo processo di depurazione per coloro i quali hanno filtrato alcune informazioni.
http://www.elfaro.net/es/201203/noticias/7985/
Nel corso di quest’anno, vari giornalisti di El Faro sono stati inseguiti da persone sconosciute, e si è addirittura scoperto che altre fotografavano il personale dipendente dell’organo di stampa, proprio nei giorni immediatamente successivi ai cambi nella Polizia Nazionale, nell’Agenzia Statale di Intelligence e nel Ministero della Sicurezza. In seguito alla pubblicazione dei negoziati del Governo con membri delle Pandillas, si sono registrate minacce indirette ed allusive, mediante esponenti delle autorità di sicurezza di El Salvador i quali, durante riunioni private, hanno ripetuto di essere “preoccupati per la sicurezza di quelli di El Faro” pur non avendo mai informato El Faro sulle dimensioni dei rischi che hanno scoperto.
Le Pandillas, peraltro, hanno emanato comunicati pubblici puntando il dito contro El Faro e contro il suo direttore, Carlos Dada. Per quanto sopra descritto, RECUPAZ – Red por una cultura de Paz, e LIBERA – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie chiedono con forza alla Repubblica di El Salvador che:
1. Si proceda ad attivare indagini efficaci e ad identificare i colpevoli delle minacce ai danni dei giornalisti e dei dipendenti che lavorano per El Faro, così come negli altri mezzi di comunicazione salvadoreñi.
2. Si adottino immediatamente la misura di sicurezza e protezione giuridica locale ed internazionale, al fine di garantire e salvaguardare la vita, l’integrità ed il patrimonio dei giornalisti e dei lavoratori degli organi di stampa così come delle loro famiglie in El Salvador, con particolare attenzione per coloro i quali lavorano per El Faro.
3. Si insedi una Commissione di Probiviri composta da cittadine e cittadini che siano indipendenti da qualsiasi organo dello Stato al fine di monitorare le autorità incaricate di indagare, accusare e processare persone fisiche e giuridiche per aver violato la libertà di stampa e la sicurezza personale delle lavoratrici e dei lavoratori dei mezzi di comunicazione salvadoreñi.
4. Si crei una Rete della società civile che abbia compiti tecnico-operativi, e che si rapporti con la Commissione di Probiviri per quei casi irrisolti legati ai reati atti a minare la sicurezza dei giornalisti.
5. Si promuova una Procura Centroamericana Specializzata, coordinata dal Sistema di Integrazione Centroamericano (SICA) affinché si stabiliscano meccanismi e metodologie tecnico-operative al fine di armonizzare adeguatamente le indagini e le accuse penali riguardanti gruppi criminali transnazionali di qualsiasi natura, che attentano alla libertà di stampa ed alla sicurezza personale dei giornalisti della Regione Centroamericana.
Distinti saluti,
RECUPAZ – Red por una Cultura de Paz
LIBERA – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
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