Affidata una scorta al sindaco di Monasterace
In Prefettura si riuniscono il dimissionario funzionario del ministero degli Interni Varratta, il procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza, tutte le forze di polizia e la sindaco dimissionaria di Monasterace (Rc), Maria Carmela Lanzetta. La spugna era stata gettata venerdì alle 11 del mattino, dopo sei colpi esplosi contro il portone di casa e la claire della farmacia di famiglia nel paesino jonico vicino Riace, per il suo impegno a sostegno delle 70 lavoratrici di FlorInnova, le serre di floricoltura portate dagli olandesi nella Locride 20 anni or sono, e che rappresentano una minaccia per l’economia di ‘ndrina, come presidio di legalità. Le lavoratrici non ricevono da mesi il compenso, e il lavoro svolto, anche coordinandosi con il prefetto Varratta, della sindaco, è stato riconosciuto anche dalla segretaria Cgil Camusso che in una nota, domenica, la invitava a non mollare.
Ora la sindaco dimissionario di Monasterace, ci ha forse ripensato: valuta come ‘’possibile’’ un eventuale ritiro delle dimissioni dalla carica. Forse ha pesato sul suo ripensamento la decisione del Comitato interprovinciale Sicurezza, in prefettura, di assegnare una scorta da protezione per lei e per i suoi familiari. Infatti Lanzetta era più preoccupata come madre che per la propria incolumità: i proiettili erano stati esplosi contro il palazzo di famiglia da una auto in sosta verso la mezzanotte, e il figlio maggiore, ancora teenager, era rientrato da pochi minuti in casa, alla mezza dopo le 23.
LA PREFETTURA – Così la comunicazione ufficiale della prefettura dello stretto, secondo la quale Lanzetta “ha voluto rinnovare .. la propria gratitudine ai rappresentanti delle Istituzioni dello Stato per le rassicurazioni ricevute, riservandosi una pausa di riflessione in ordine a eventuale ritiro delle dimissioni dalla carica presentata è stato approfondito il recente episodio intimidatorio compiuto contro il sindaco, che lo scorso anno aveva subito un altro grave atto di danneggiamento a seguito dell’incendio della farmacia di cui è titolare. I componenti del Comitato hanno preliminarmente espresso a Lanzetta – si legge nella nota – solidarietà per il vile gesto di cui è stata vittima, sottolineando l’impegno con il quale si stanno sviluppando le relative indagini di polizia”.
Insomma, la speranza di far recedere la farmacista dal suo gesto di disperazione; disfatta alla quale non si era sottratta dopo l’incitamento dell’On Marco Minniti e della parlamentare PD espressa dalla Locride, Maria Grazia Laganà, accorsi venerdì a Monasterace a portarle la loro solidarietà. A nulla era valso poi, l’appello del suo segretario nazionale Pier Luigi Bersani, che le aveva indirizzato una lettera aperta per incitarla a ‘’non mollare’’. Ma ultimamente il PD non ne azzecca una, e domenica Lanzetta era ancora intenzionata a lasciare la fascia tricolore.
L’AZIONE AMMINISTRATIVA DEL SINDACO – Sempre nel corso dell’incontro in Prefettura al Comitato provinciale sicurezza poi, la sindaco ha chiesto maggiori risorse per poter proseguire con delle rassicurazioni la propria azione di buona amministrazione: c’è la vertenza per le 70 lavoratrici Florinnova, che a questo punto, si può ipotizzare che siano entrate nel mirino dei Gallace o dei Ruga – Metastasio, le due cosche più attive nella vallata dello Stilaro, dove sbocca infine la marina di Monasterace e dove si trova la superba Cattolica di Stilo, punta di diamante dell’architettura greco bizantina di Calabria – Ma non solo. Lanzetta ha ricordato anche ai media locali, come nei 6 anni di sua amministrazione (il Consiglio comunale era già stato commissariato per infiltrazioni mafiose nel 2003) la sua azione si sia anche diretta al recupero dei tributi non riscossi verso tutti i cittadini, nessuno escluso, e come si sia anche dedicata a combattere i tanti abusi edilizi. Una azione in parallelo a quella dell’altra sindaca coraggio calabra, Caterina Girasole di Isola Capo Rizzuto, dove le demolizioni nei confronti dei beni dei clan Nicoscia e Arena, le sono costate 5 pesanti intimidazioni (e contro i tecnici del suo ufficio urbanistico) negli ultimi 3 anni.
Sempre in Calabria, da ottobre la sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi beneficia di una scorta dei Carabinieri di Gioia Tauro, per le demolizioni avviate alle ville abusive del clan Pesce. E Maria Carmela Lanzetta da domani, potrà contare su di un carabiniere sempre al suo fianco, e un altro di scorta con una vettura dei cc, per i suoi spostamenti istituzionali. Questo nonostante non più tardi di ieri, in una intervista ai media locali, Lanzetta avesse manifestato la volontà di non cambiare idea: “E’ una scelta che faccio come madre; con la politica ho chiuso. Anche perché non ci sono le condizioni per poter proseguire nell’attività di sindaco a Monasterace”.
Lanzetta aveva anche voluto lanciare dei segnali a chi non si era fatto vivo in questi mesi, lamentando l’assenza di “troppe istituzioni e associazioni, la gente no, i cittadini sono sempre stati al mio fianco e da venerdì, per 3 giorni, c’è stata la coda in strada di elettori e simpatizzanti che sono venuti in casa a portare la loro solidarietà”. Di sicuro Lanzetta non ce l’aveva nemmeno con Libera, visto che per domani dovrebbe essere prevista una visita di don Luigi Ciotti alla ennesima sindaco coraggio di Calabria. “Saranno le donne a vincere la battaglia contro la ‘ndrangheta”, aveva profetizzato di recente la componente Democrat della commissione parlamentare antimafia Laura Garavini, che in una nota di lunedì aveva chiesto alle istituzioni dello Stato di “fare quadrato attorno al sindaco di Monasterace”.
IL PROCURATORE GRATTERI – E un altro curioso incitamento, non era mancato per la signora sindaco, la mattina del 3 aprile dalle onde di una radio nazionale, da un suo quasi conterraneo, il procuratore aggiunto dell’antimafia di Reggio, Nicola Gratteri da Gerace, 30 km in linea d’aria dal paesino della costa jonica amministrato da Lanzetta. “Voglio fare un appello alla dottoressa Lanzetta: mi sento di dirle di aspettare e di non prendere questa decisione (di dimettersi) oggi’”. Gratteri, autore di quasi tutte le inchieste sui clan della Locride per l’Antimafia reggina, ha lanciato questo appello dalle onde di Radio 24.
“La farmacista Lanzetta fa parte di una famiglia perbene e onesta da generazioni – così Gratteri -. E’difficilissimo fare il sindaco in Italia, in alcune aree, veramente eroico, dico al sindaco di non mollare. Se lo fa, poi dovrà fare i conti con se stessa. Se lascia, tutti noi siamo sconfitti come uomini delle istituzioni, vorrà dire che il sistema non ha retto. Ma sarà anche un problema interiore della dottoressa. Mi sento di dirle d’aspettare, di non prendere questa decisione oggi, di darci la possibilità e tempo di capire”, questo l’incitamento ad andare avanti del procuratore anti-ndrangheta. Fare una indagine non è come fare una frittata, che si fa in 10 minuti. Non vogliamo fare cosiddette retate spettacolari, la brillante operazione o mandare100 carabinieri a fare perquisizioni a tappeto. Queste cose servono solo per le telecamere”. Insomma, una garanzia da parte del magistrato che gode di maggiore credibilità nella Locride, insieme col Giuseppe Lombardo che oggi ha scovato gli sporchi affari tra Lega Nord e ‘ndrangheta, che prima o poi la giustizia dello stato arriverà ai colpevoli degli atti di intimidazione nei confronti d i Maria Carmela Lanzetta. Sindaco di Monasterace. Per adesso, da oggi, lo sarà ancora per i prossimi mesi.
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