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Milano-Reggio Calabria, nuovo arresto eccellente

Di redazione il . Calabria, Lombardia

Un arresto eccellente quello compiuto oggi dai carabinieri in Calabria su mandato della Direzione distrettuale antimafia milanese. A finire in manette il Gip del Tribunale di Palmi Giancarlo Giusti, indagato dallo scorso 30 novembre e sospeso dal Csm il 16 dicembre del 2011. L’accusa rivolta dai magistrati milanesi è di corruzione aggravata da finalità mafiosa. L’inchiesta, coordinata a Milano dal Procuratore aggiunto Ilda Boccassini, in collaborazione con la Dda dello Stretto, lo scorso novembre aveva fatto luce sui legami del clan Valle-Lampada, attivo nel capoluogo lombardo, con la zona grigia delle collusioni dei cosiddetti colletti bianchi.

Nel corso dell’operazione furono arrestati, oltre a due esponenti di spicco del clan, i fratelli Giulio e Leonardo Valle, anche esponenti del mondo politico, giudiziario e investigativo. Tra questi il consigliere regionale del Pdl Franco Morelli, presidente della Commissione bilancio; il giudice Vincenzo Giglio, presidente della sezione misure cautelari del Tribunale di Reggio Calabria; il maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Mongelli. L’accusa rivolta al togato reggino, si legge in una nota del Procuratore della repubblica di Milano Edmundo Bruti Liberati, è quella di corruzione aggravata da finalità mafiose. Scrive il Procuratore che, fino al giugno del 2010, il magistrato avrebbe compiuto: «atti contrari ai doveri d’ufficio, in palese violazione dei principi di imparzialità, probità e indipendenza tipici della funzione giudiziaria, si metteva a disposizione di Giulio Lampada». Un «mercimonio della funzione», sottolinea Bruti Liberati, che il magistrato calabrese avrebbe posto in essere «al fine di ricevere e dopo aver ricevuto le utilità economiche da Giulio Lampada e da soggetti a quest’ultimo collegati, tra cui Mario Giglio e Minasi Vincenzo per un valore complessivo di almeno 71 mila euro».

Il clan Valle-Lampada in Lombardia è attivo da decenni. Implicato nelle estorsioni e nel campo dell’usura, ha subito processi e condanne proprio per pratiche usuraie. Nel tempo il clan ha esteso i propri affari, grazie alle capacità imprenditoriali di Giulio Lampada. Il boss, finito in manette lo scorso 30 novembre, avrebbe monopolizzato il settore dei video poker e delle slot machine nella zona sud-ovest di Milano. Un altro fratello del clan Lampada, Francesco, è stato arrestato  nel luglio del 2011, subito prima dell’operazione Crimine-Infinito. Francesco è sposato con una Valle, Maria, figlia del patriarca del clan Valle. Francesco Lampada è stato intercettato dalle forze dell’ordine nel 2009 mentre partecipava ad un summit con esponenti di spicco della ‘ndrangheta in Lombardia, dove si parlava della candidatura di Leonardo Valle al Consiglio comunale di Cologno Monzese. Candidatura che però non è risultata vincente, ma che ha suscitato numerose polemiche in Lombardia.

Gli arresti che hanno colpito i Valle-Lampada, subito prima e subito dopo la maxi-operazione Crimine-Infinito, hanno contribuito a far luce sia sugli affari, che sulla rete di protezione messa in piedi dalla cosca tra la Calabria e la Lombardia.

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