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Processo Rostagno, faccia a faccia fra Beniamino Cannas e la sorella del giornalista

A cura di Rino Giacalone il . Sicilia

Nell’ultima sua deposizione davanti ai giudici del tribunale di Trapani aveva raccontato delle prime indagini sul delitto di Mauro Rostagno, ucciso a Trapani il 26 settembre del 1988. E oggi torna in aula per un confronto diretto con la sorella del giornalista, Carla Rostagno. Si tratta del maresciallo Beniamino Cannas.  Per il delitto sono alla sbarra i mafiosi, Vincenzo Virga e Vito Mazzara. Dall’aula la diretta curata dal giornalista Rino Giacalone. E’ possibile seguirla anche sulla pagina facebook dedicata al processo.

12.32. Udienza terminata, la prossima sarà 11 aprile

12.20 La Corte prende atto che ognuno dei testi mantiene posizioni e il confronto può essere concluso. L’avv. Ingrassia pone però una domanda a Carla Rostagno: chiede del rapporto con Monica Serra sul fatto che lei ha appena detto di non potere certo registrare i colloqui. Carla Rostagno: registrare quei colloqui significa compromettere la genuinità di ciò che raccoglievo, lo facevo con tutti. L’avv. Esposito (parte civile Saman) rinuncia a citare i testi della sua lista. Avv. Lanfranca: Marcenaro Andrea, Monreale Michele e on. Ino Vizzini, indica i suoi tre testi.

12.12 Il maresciallo Beniamino Cannas: se Mauro mi avesse detto, hanno decretato la mia morte, dalla
mia stanza non sarebbe uscito. Carla Rostagno: ma se Mauro parlava in giro
mostrandosi impaurito qualcosa sarà accaduto, non mi pare che potesse
sconvolgersi se avesse scoperto un giro di miliardi, poteva nausearsi e
non sconvolgersi. Cannas: Se io gli avessi detto certe cose, Mauro
sconvolto, lo avrei scritto. Carla Rostagno: le posso concedere
quella sulla carta che Cardella avrebbe avuto per imbarcarsi in aereo,
posso darle atto che me ne parlò come supposizione, ma il guanto di
paraffina a Barbera, lei me lo disse, io ho trascritto subito, subito
dopo il colloquio. Cannas: Io non parlai mai con lei di un incontro
tra suo fratello e Natale L’Ala. Carla Rostagno: io ricordo
perfettamente me lo disse lei come mi disse di avere fatto un guanto di
paraffina a Barbera.

12.06 Il presidente Pellino spiega il confronto e indica le circostanze, ovvero Carla Rostagno avrebbe appreso, all’epoca dei fatti, da Cannas che nell’immediatezza del delitto il maresciallo avrebbe fatto un sopralluogo nella camere del fratello, Cannas dice di no. Poi si parla del guanto di paraffina, e di attività tecniche su  Pasquale Barbera circa un omicidio commesso a Paceco. Infine,  Canns le avrebbe detto che da Mauro Rostagno aveva saputo di un incontro con Natale L’Ala dal quale sarebbe uscito sconvolto e che l’incontro riguardava la Iside 2, anche su questo Cannas ha negato la circostanza. Su qesti punti la Corte ha registrato il contrasto. Carla Rostagno: “quando mi incontravo con qualcuno non potevo fidarmi della mia memoria e quello che mi si riportava nei colloqui io prendevo immediatamente degli appunti…io sono andata da lui in assoluta fiducia..Mauro lo considerava un suo amico e quindi avevo grande fiducia, andai da lui per sapere cosa era successo quel pomeriggio dell’agosto 1988 in via Torrearsa quando Mauro gli disse che gli avevano regalato un mese di vita, lui negò me la presentò in altro modo, parlammo a lungo fu lui ad aprire certi scenari e presi questi appunti, lui mi disse dell’ispezione nella camera di Mauro, io so che ci furono due ispezioni una dei carabinieri e una della polizia. Cannas interrompe dicendo che a lui non risulta alcuna perquisizione da parte della Polizia. Carla Rostagno si riferisce alle perquisizioni apprese dagli atti Cannas: io non c’ero. Poi Cannas mi disse del guanto di paraffina a Saversio Barbara per omicidio Salvatore Cusumano, giovane di 16 anni, delitto efferato che aveva colpito Mauro che era stato insultato in modo anonimo, l’avv. Galluffo lo ricorda perchè difendeva Barbera. Io in quergli anni raccoglievo più infomazioni possibili per capire, scrivevo, scrivevo immediatamente. In quell’incontro parlammo della dinamica, della droga dentro la comunità, di Francesco Cardella. Cannas: certamente nel nostro colloquio abbiamo parlato di tante cose, io non c’ero a Paceco quando fu sentito Barbera che invece fu sentito dal maresciallo Santomauro. Non ho mai parlato di guanto di paraffina….”e che interesse avevo io a scrivere una cosa per un’altra” dice Carla Rostagno. Com’è che nessuno disse che c’era un altro testimone del famoso incontro Pellegrino-Cardella, il dott. Boris che era con Pellegrino in aeroporto a Milano (Cardella sarebbe giunto in aeroporto per partire verso Palermo quando ancora non si sapeva del delitto Rostagno e però con Pellegrino avrebbe parlato del delitto). Cannas sollecita Carla  Rostagno a ricordare quando Pellergrino fu sentito, la signora Rostagno tira fuori gli appunti. Ma è possibile che nessuno sente il dott. Boris? Chiede ancora Carla Rostagno. Come fece Cardella a imbarcarsi all’ultimo minuto? Non lo accertammo dice Cannas. Carla Rostagno: Ma quante cose mi ha detto, lei mi disse che Cardella aveva una carta speciale, lei mi disse della perquisizione, del guanto di paraffina, sulla cosa di Natale L’Ala me lo disse lei dell’incontro, lei mi disse che Mauro ne uscì sconvolto e che dietro c’era un giro di miliardi. Mauro da quel momento comincia a essere preoccupato e queste cose me le ha dette lei. Cannas: il guanto di paraffina non c’ero, nella Iside 2 dietro non c’erano giri di miliardi, Carla Rostagno: Mauro esce fuori sconvolto dal colloquio con Natale L’Ala, e se Mauro avesse appreso che volevano ucciderlo da quel colloquio?

11.42 La corte si ritira per decidere se ci sarà il confronto diretto fra la sorella di Mauro Rostagno, Carla e il maresciallo Beniamino Cannas, poi rientra e da il “si” al confronto.

11.30 Ancora domande dell’avv. Lanfranca che chiede di un verbale di sommarie informazioni reso da Mauro Rostagno sulle sue scoperte a proposito di mafia e massoneria. ” Quando Rostagno mi disse che non ricordava la fonte capii che non voleva dirmelo. “Lui mi parlò di una indagine giornalistica chiesi chi gli aveva dato le notizie, mi disse di non ricordare e se l’avesse ricordato me l’avrebbe detto, poi non ci siamo più visti”. Cannas esterna ancora: “Io le cose le scrivevo mi dispiace che questo non sia piaciuto alla famiglia Rostagno”. Ancora una volta tenta di citare la stampa, ancora viene ripreso. Ma nel momento in cui Rostagno gli fece i nomi dei soggetti su mafia e massoneria lei è possibile che non disse nulla? Nessun consiglio sebbene vi fossero atteggiamenti di simpatia tra le e Mauro? “Non mi posso oggi mettere a ricordare” risponde Cannas.”C’era poi poco da commentare sui soggetti indicati da Rostagno, Agate Mariano e Natale L’Ala, cosa gli dovevo andare a dire sul loro conto, sulla loro pericolosità?”. All’esito della sua indagine su Iside 2, la visita di Gelli trovò nelle sue indagini un perchè? “L’esito è nella Cnr (e allora non l’ho capito dice l’avv. Lanfranca) non abbiamo certezza della presenza. Altro inciso: Palazzolo Giuseppe nel corso di quelle indagini riferì che lui ebbe mandato dal gran maestro Grimaudo di potare una lettera a Gelli ad Arezzo. Palazzolo aprì la lettera e lesse che era un invito per Gelli ad essere a Trapani per inaugurare il tempio massonico, la cosa strana è che Palazzolo aveva una attività commerciale ad Arezzo, questo ci fa pensare che Gelli venne ma non lo abbiamo provato non abbiamo riscontro preciso qualcuno che il vice di Gelli certamente c’era. Interviene l’avv. Carmelo Miceli….Le cene mafia e massoneria a casa di Agate quando avvennero? “Tra l’81 e l’82”. E la rilevanza di questui fatti al 1988? “Non si trattava di scoperte noi le avevamo già documentate queste circostanze…..” L’interrogatorio si riscalda quando ad un certo punto il maresciallo Cannas obietta sulla natura delle domande. Il presidente lo ammonisce.

11. 15 Fra una risposta e l’altra, il maresciallo Cannas esterna la protesta nei confronti della stampa, i giornali mi hanno maltrattato dice –  sono stato ingiustamente attaccato. Rispetto al colloquio con Carla Rostagno ad un certo punto sostiene quasi che era la sorella di Mauro Rostagno a parlare di notizie in maniera più compiuta rispetto a lui. “Si era ddirittura licenziata per sapere di più sulla morte del fratello”. E l’interesse su un incontro tra Mauro Rostagno e il boss mafioso di Campobello, Natale L’Ala, iscritto alla massoneria deviata della Iside 2.”Non c’è nessuna prova su questo” risponde Cannas. La testimonianza del maresciallo Cannas esclude addirittura che i carabinieri che si occuparono del delitto Rostagno fecero accertamenti su queste circostanze. Le domande adesso le comincia a fare il pm Gaetano Paci.: Ma le indagini sul delitto Rostagno chi le fece: “Per quello che mi è dato da sapere le fecero il maggiore Montanti e il maresciallo Santomauro, io mi occupavo di un altro omicidio, io non mi occupai del delitto Rostagno…..(ma non fu il maresciallo che eseguì il sopralluogo? ndr)….. Cannas apre nuovi scenari: nell’ufficio corpi di reato furono violati i sigilli delle scatole che contenevano i documento sulla loggia coperta Iside 2, “feci un esposto al Csm e ne parlai col giudice istruttore Patronaggio”. Cannas affronta i temi dei veleni al Palazzo di Giustizia di Trapani per indicare il clima nel quale si indagava anche sul delitto Rostagno. “Noi lavoravamo molto con il pm Taurisano una sorta di valvola impazzita nel senso buono, e che subì minacce, violazioni dei suoi uffici, in questo contesto al Csm andai a parlare anche dei sigilli violati negli scatoli che contenevano gli atti della Iside 2”.

11.00 Il pm Paci torna a chiedere dell’incontro con il boss di Campobello Natale L’Ala. “Non conoscevo non ho mai saputo nulla di questo incontro, non ricordo.  A distanza di anni la memoria può essere sfocata, certo mi rendo conto che la memoria della signo
ra Rostagno può essere ferrea. .Un argomento del genere per me sarebbe stato interessante, ma io non lo conoscevo, se l’avessi saputo me ne sarei interessato”. Il maresciallo Cannas continua a prendersela con i resonconti giornalistici, il pm lo richiama a parlare di quello che ricorda, di ciò che ha fatto, senza lasciarsi andare a etsernazioni sulla stampa. Le domande del pm Lanfranca sono concentrate sulla presenza di Gelli a Trapani, questa
notizia l’ha approfondita, chiede il pm? “Già era stata approfondita e c’è un rapporto
giudiziairo del 22 giugnon ’86 o ’87 dove noi carabinieri ne parlammo per
noi era certa ma non documentata, presenza fisica non accertata ma
risultava da un diario di bordo redatto dal massone Tranchida
Pietro, ci fu una “Qagave” a Paceco c’erano presenti dei soggetti e si
parlò della vissuta a Trapani di Gelli, Parenti, cardinale ortodosso, e
Salvini gran maestro. Gelli fu sentito a Parma, nel carcere di Parma,
smentì e lui disse che qui non era venuto, che fosse venuto a Trapani
per noi era certo ma chi aveva incontrato non lo sappiamo.”. E
incontrò L’Ala o Mariano Agate? “Non lo sappiano peraltro Agate era
latitante lo arrestai io, tanto per inciso”.

10.30 Comincia il confronto tra Carla Rostagno e il luogotenente Beniamino Cannas. Il maresciallo ancora una volta è teste in aula, per lui il secondo confronto dopo quello con Chicca Roveri. Intanto il pm Del Bene comincia le domande. Chiede se Cannas ricordi un incontro con Carla Rostagno…..La difesa (avv. Galluffo per Vito Mazzara) oppone la non compatibilità dlela presenza in aula di Carla Rostagno durante questa fase. Il presidente respinge l’opposizione. Cannas prosegue. “Carla Rostagno mi chiese se avevo davvero ottimi rapporti col fratello, confermai che era così che ci si vedeva ogni tanto…mi parlò di Graffeo, mi esternò dubbi su Cardella dicendo che non fece nulla per evitare l’omicidio….”. Lei era informata su tutto mi disse che aveva sentito altri si era confrontata con altri l’incontro avvenne a 4 anni dal delitto e mi chiedeva come mai non fosse accaduto nulla sapeva di una pista relativa ad uno spaccio di droga. Il pm Del bene chiede notizie sugli spostamenti di Cardella il giorno del delitto. Se cioè sono stati fatti accertamenti. Le risposte del maresciallo rispetto a questi aspetti e allo scambio di opinioni con Carla Rostagno, esterna che quelle di allora erano supposizioni. Lei parlò di una perqusizione da lei fatta nella stanza di Rostagno? “Lo escludo – risponde – perchè non l’ho fatta”. E a proposito di prelievi di guanto di paraffina nei confronti di indagati del delitto? “Non ho partecipato a nessuna attività del genere e che mi risulti non credo siano stati fatti guanti di paraffina”. E quindi non ha fatto nulla nei confronti di un certo Saverio Barbera? “Parlammo di Barbera ma non mi risulta che venne fatto guanto di paraffina, l’escussione di Barbera venne fatta da altri, ci fu una attività di sommarie informazioni, se ne occuparono il maggiore Montanti e il maresciallo Santomauro, difensore di Barbera era l’avvocato Vito Galluffo è qui e può dire se fu fatto il guanto di paraffina. Ma il generale Montanti disse che lui era un passacarte….”Chi dice una cosa di questo genere è abberrante” risponde Cannas. Il presidente Pelleino comunica che agli atti verrà acquisita la
sentenza di primo grado del processo per la loggia massonica deviata
Iside 2

9.30 In aula è presente un folto numero di studenti del liceo Rosina Salvo di Trapani – quinte classi sezioni A ed E – accompagnate dal prof. Andrea Tilotta docente di diritto, presenza programmata nell’ambito del progetto per la legalità organizzato dalla stessa scuola superiore. Seguiranno l’udienza insieme ai giornalisti e ai cittadini.

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