NEWS

Dopo diciotto anni la Chiesa accoglie il testamento del suo martire

Di Anna Maria De Luca il . Campania

Si sente, brucia addosso, il silenzio squarciato dai cinque proiettili che qui, tra le mura della sacrestia, uccisero don Giuseppe Diana. Erano le 7.25 del 19 marzo 1994. Don Peppino, come lo chiamavano tutti, si sta preparando per dire Messa. Due colpi lo centrano in testa, uno al volto, uno alla mano, uno al collo. Era il giorno del suo onomastico. E’il giorno del suo onomastico. Oggi, nel luogo dell’omicidio, c’e’un altare protetto da una grande vetrata. Dietro, la tonaca di don Peppino accanto ad una candela bianca a forma di fiore, simbolo della speranza che altri fiori possano nascere, anche sulla terra arida. Ed e’quello che sta accadendo.

 Qualcosa sta cambiando. E’successo mercoledì scorso, con la nascita del presidio di Libera nel cuore della terra che la camorra cerca di dominare. Sta succedendo oggi, con la chiesa gremita di gente che prega per trovare il coraggio di reagire, di combattere, di testimoniare, nell’anniversario dell’omicidio. E succederà stasera, con la lettura, da parte del vescovo, del documento diffuso da don Diana nel Natale del ’91, tre anni prima di morire, e diventato il suo testamento spirituale. 

Un momento che dovrebbe essere considerato naturale ma che tale evidentemente finora non e’ stato:  solo dopo diciotto anni la Chiesa accoglie finalmente il testamento di don Peppino. Perche’ e’passato tanto tempo? Se lo chiedono in molti. Se lo chiede Geppino Fiorenza, referente regionale di Libera, che definisce la giornata di oggi “un momento di grande speranza” e ci racconta i punti di svolta di questa lunga attesa, i “segni”, come li chiama lui, “perche’ i segni sono importanti, soprattutto a Casal di Principe”. Sono due.  Due, in diciott’anni, ma carichi di significato. Spiega Fiorenza: “il prImo segno per noi importante fu la decisione del vescovo Angelo Spinillo di andare a pregare sulla tomba di don Peppe come primo atto subito dopo la sua nomina. Altro segno fu la scelta del cardinale Sepe di indossare in cattedrale la stola di don Peppe Diana durante la giornata per l’impegno e la memoria organizzata da Libera a Casal del Principe. Fu il padre di don Peppe Diana, Gennaro, a consegnargliela”.  La consegna. “Oggi – comunica Valerio Taglione, coordinatore del Comitato don Diana e di Libera Caserta – abbiamo assegnato la seconda edizione del Premio don Diana ad Alex Zanotelli, Federico Cafiero De Rao ed al testimone di giustizia Augusto Di Meo, con una menzione speciale al giornalista Silvestro Montanaro per il contributo dato, ognuno nel proprio ambito, alla costruzione delle terre di don Peppe Diana” . 

Guardare al futuro: stasera il testamento di don Peppino, “Per amore del mio popolo” verra’ posto dal vescovo e dal prefetto, insieme, nelle mani dei cittadini. Ognuno ne portera’ una copia a casa “come se arrivasse direttamente dalle mani di don Peppino – dice don Tonino Palmese. ” E’ un’analisi lucida ed attuale: la mentalità camorrista fa ancora difficoltà a cedere il passo alla giustizia ed alla legalita’.  Non possiamo permettere che il martirio di don Peppino venga alimentato da una memoria tiepida. I camorristi vivi puzzano di morte mentre gli innocenti martiri profumano di vita”. Nella terra dove la camorra scalpita, don Peppino continua la sua battaglia. E vince.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link