Dopo 64 anni identificato il corpo di Placido Rizzotto
La notizia comunicata poco fa dalla Polizia di Stato che le ossa umane recuperate in una foiba di Rocca Busambra appartengono a Placido Rizzotto, il segretario della Camera del lavoro di Corleone assassinato dalla mafia del feudo la sera del 10 marzo 1948, è straordinariamente importante. Finalmente, dopo 64 anni, durante i quali la Cgil non si è mai stancata di chiedere verità e giustizia, lo Stato è riuscito a fare luce sull’orrendo delitto e a creare le condizioni perché il corpo di Rizzotto sia riconsegnato alla sua famiglia e al suo sindacato. Finalmente, dopo 64 anni, Placido Rizzotto potrà avere la sua tomba e i cittadini democratici un luogo dove portare un fiore e versare una lacrima.
Ma il ritrovamento del corpo di Rizzotto nella foiba di Rocca Busambra conferma il valore delle indagini condotte nel 1949 dal capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, che aveva arrestato alcuni killer, ottenendo la piena confessione del delitto, poi ritrattata al processo, conclusosi con l’assoluzione per insufficienza di prove di tutti gli imputati. Alla luce dei risultati di oggi, viene confermata scientificamente quella che era la verità storica sul delitto: Placido Rizzotto venne assassinato da Luciano Liggio e dai suoi “picciotti”, su mandato del capomafia Michele Navarra, perché organizzava i contadini nelle lotte per la terra.
La Cgil ringrazia per il brillante risultato la Polizia di Stato e la Magistratura, che hanno condotto indagini rigorose, coronate da questo importante successo. Placido Rizzotto è un martire della lotta per la democrazia e per la libertà in Sicilia, che la Cgil sta ricordando a Corleone con delle iniziative cominciate oggi e che si concluderanno domani, con una manifestazione in piazza Garibaldi. Sarà questa l’occasione per partecipare la notizia del ritrovamento dei resti di Rizzotto a tutti i cittadini e per riconfermare l’impegno della memoria che costruisce futuro. Nel nome di Rizzotto, continua la lotta per combattere la mafia, per la confisca dei suoi beni e per il loro uso sociale.
* Dino Paternostro
Segretario della Camera del lavoro di Corleone e responsabile del Dipartimento Legalità della Cgil di Palermo
Maurizio Calà
Segretario generale della Cameradel lavoro di Palermo
Fonte: www.legalitalavoro.it
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