Giuseppe e Giovanna Giammona, Francesco Saporito sono vittime di mafia
28 gennaio 1995. Lo scenario è quello di una Corleone che stava vivendo la sua primavera antimafia del “dopo stragi”. Ma, anche in quei mesi, le armi di Cosa nostra non cessarono di colpire a morte questa terra e i suoi cittadini. Lo ricordo ancora, quel delitto che piombò durante la rivolta popolare contro i corleonesi (il clan). Nel negozio di via Bentivegna Cosa nostra uccise il giovane Giuseppe Giammona che era con la sua fidanzata. Io e Giammona suonavamo insieme nella Banda Musicale di Corleone: quella è stata la prima volta che ho toccato con mano cosa fosse la mafia. Quella violenza che strappa l’essenza a un giovane pieno di vita. Non lo potrò mai dimenticare, si trattò di un omicidio di mafia, come lo è stato quello che vide la morte, circa un mese dopo, della sorella Giovanna Giammona e del cognato Francesco Saporito. Nella macchina sulla quale viaggiavano c’erano i due bambini che rimasero fortunatamente illesi. Per l’omicidio furono accusati tra gli altri Brusca e Gianni Riina, il figlio maggiore di Totò.
Il Comune di Corleone e la signora Caterina Somellini, mamma di Giuseppe e Giovanna Giammona si costituirono parte civile. La signora si prese cura anche dei nipotini rimasti senza genitori e chiese il riconoscimento di vittime innocenti di mafia, negato sino ad un anno fa, perchè – per il ministero dell’Interno – non c’era la prova oggettiva della sussistenza dei requisiti. La signora Somellini già durante il processo dichiarò al “Corriere della Sera” : “Non abbiamo mai avuto contatti con la mafia… ma non mi fido di voi giornalisti, non so come stanno le cose. Credo nella giustizia divina, in Gesu’ , che sa cosa deve fare…”.
I legali e i familiari non si sono dati per vinti ed hanno fatto ricorso al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Finalmente, a un anno di distanza, il Presidente della Repubblica ha riconosciuto loro lo status di vittima della mafia. Il Sindaco di allora Pippo Cipriani ha affermato che “allora quegli omicidi scossero la Città, ma per la prima volta i familiari si sono costituiti parti civile nel processo per ottenere il riconoscimento di vittime innocenti di mafia. Questo di oggi è un fatto importante per la memoria collettiva specie perché è un riconoscimento del Capo dello Stato”.
L’attuale Sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo, ha continuato dicendo che questo “è l’ultimo tassello mancante per la definizione processuale di questa bruttissima vicenda. Oltre al risarcimento economico finalmente c’è il riconoscimento di status giuridico di vittime innocenti di mafia. Ciò mette la parola fine al calvario dei giovani Saporito e della famiglia Giammona, i quali anche se non riavranno l’affetto dei loro cari hanno la dimostrazione che lo Stato è presente e che vuole garantire loro giustizia. Assisteremo, come Comune di Corleone, la famiglia per l’accesso ai benefici previsti da tale riconoscimento.”
Un’altra importante pagina è stata scritta per la Città di Corleone e credo che dovremo fare il possibile affinché il 17 marzo per la giornata della Memoria e dell’impegno, che si terrà a Genova, vengano ricordati anche Francesco Saporito e Giuseppe e Giovanna Giammona.
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