“Vittime innocenti di criminalità. Tutela giuridica e misure di sostegno”
E’ stato presentato presso l’aula Pessina dell’Università Federico II di Napoli il libro “Vittime innocenti di criminalità. Tutela giuridica e misure di sostegno”, e promosso dalla Fondazione Poli.s e in particolare dal consigliere, il professore Antonio Ruggiero. Giacomo Lamberti ed Emilio Tucci sono i curatori. Giacomo è un familiare di vittima innocente di criminalità organizzata, Ciro Rossetti ed Emilio è un giovane docente di Informatica del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza e presso la Scuola di Specializzazione per le professioni Legali della Seconda Università di Napoli. Al tavolo dei relatori, oltre ai due autori: l’assessore regionale ai Rapporti con gli Enti Locali Pasquale Sommese, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il presidente del coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità Lorenzo Clemente, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Francesco Caia, il preside dell Facoltà di giurisprudenza della Federico II Lucio D’Alessandro, il docente di diritto penale Sergio Moccia, il presidente della Fondazione Pol.i.s Paoli Siani e il presidente dell’associazione Libera don Luigi Ciotti. Modera Alfonso Ruffo, della casa editrice “Denaro libri”.
Paolo Siani, aprendo il dibattito, sottolinea l’importanza che il testo può avere per una pluralità di soggetti. Il libro rappresenta un orientamento nel magma frammmentato della normativa nazionale e regionale sia per chi è direttamente colpito, sia per gli addetti ai lavori, sia per chi territorialmente è più vicino alle famiglie colpite, come ad esempio gli enti locali, i distretti sanitari, gli uffici di collocamento. Consultando il compendio è infatti possibile intercettare tutti i riferimenti normativi che definiscono i diritti delle vittime innocenti, dalla speciale elargizione alla rendita vitalizia, dal collocamento obbligatorio all’esenzione ticket.
Il testo inoltre sottolinea come, ancora oggi, l’ordinamento italiano non abbia recepito la “Decisione quadro 2001/220/gai del 15 marzo del 2001”, adottata dal Consiglio dell’Unione Europea, relativa ad uno standard minimo di diritti che ciascun Paese membro deve garantire alle vittime di reato. L’intervento del professore Moccia, teorico del diritto penale, spinge la riflessione ancora piu in là: “un sistema realmente orientato alla solidarietà nei confronti delle vittime deve tutelare tutti, anche chi non si è costituito parte civile e anche chi non è cittadino europeo. È necessario arrivare ad un Testo Unico Internazionale di tutela delle vittime. Solo in questo modo si dà piena attuazione alla seconda parte dell’articolo 3 della nostra Costituzione”.
Giacomo Lamberti, invece, sottolinea con forza come, nonostante lo sforzo comune e la sinergia tra gli enti preposti, dall’avvio della pratica al riconoscimento di vittima innocente da parte del Ministero dell’Interno passi troppo tempo. A volte anche cinque anni. “E cinque anni sono troppi per chi deve sopravvivere ad un lutto e alle difficoltà economiche successive ad una tale perdita”. Lamberti evidenzia altresì l’insostenibile procedura di accertamento del quarto grado della parentela per il riconoscimento dell’innocenza della vittima. Difficoltà questa che si amplifica quando “le famiglie sono estrememanete numerose e i contesti sociali in cui queste vivono sono estremente complessi e complicati”.
A concludere la presentazione del libro sono le parole di don Luigi Ciotti che invitano a riflettere sulle morti innocenti del nostro Paese. “Le persone che non ci sono più sono tutte morte per la democrazia del nostro paese. Se i colpi che hanno ucciso Ciro Rossetti, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli altri – afferma don Luigi – hanno raggiunto anche noi allora potremmo sentire come nostro non solo il dolore della perdita, ma anche il desiderio della rivoluzione. Una rivoluzione che è un cambiamento necessario alla democrazia del nostro paese, attraverso un percorso di gustizia, di prossimità e di responsabilità”.
Il libro presentato a Napoli può considerarsi il frutto di un cambiamento realizzato. Dalla uccisione di Ciro Rossetti, colpito a San Giovanni a Teduccio nel 1980 da un proiettile vagante, al suo riconoscimento quale vittima innocente di criminalità organizzata sono passati 26 anni. Dal 2006, anno del riconoscimento ad oggi, Giacomo non è il riferimento solo per la sua famiglia ma anche per agli altri familiari di vittime innocenti che a lui si rivolgono, quale componente del direttivo del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, e del coordinamento operativo della Fondazione Pol.i.s., Giacomo ha allargato la sua famiglia, estendendo la propria responsabilità dalla sfera degli affetti privati a quella dei diritti della comunità.
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