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“No” della Camera all’arresto di Nicola Cosentino

Di no.fe. il . Campania

Respinta la richiesta di arresto del parlamentare, Nicola Cosentino, accusato di connivenza con i clan della Camorra. Con 11 voti di scarto il parlamento salva, per la seconda volta, il politico campano da una richiesta di misura cautelare  per concorso esterno in associazione camorristica.Il “no” è arrivato con 309 contrari e 298 favorevoli. Spaccato, dunque, il fronte del “Caroccio”. L’ex sottosegretario all’economia dell’ultimo governo Berlusconi e attuale coordinatore regionale del Pdl in Campania aveva dichiarato stamani la sua volontà di dimettersi da coordinatore del partito, subito dopo il voto della Camera, a prescindere dall’esito.
La tensione in aula oggi era alta, il voto è avvenuto a scrutinio segreto. La Lega, che nei fatti ha ribaltato il “si” della Giunta per le autorizzazioni a procedere, si è spaccata nelle due correnti, quella di Maroni (che si è limitato a ricordare il voto della Giunta per il “si” all’arresto) e quella di Bossi che pur ribadendo che  non c’è alcun ‘fumus persecutionis’ ha ribadito che ogni parlamentare potrà decidere autonomamente in Aula.

** a seguire il racconto di queste ultime ore prima del voto e il video della diretta dalla Camera

ore: 11.00

“La Lega voterà a favore dell’arresto di Nicola Cosentino”, aveva detto pochi giorni fa Roberto Maroni” ma stamani, trapelano dalla stampa, notizie che parlano di possibili divisioni nel fronte del Carroccio. Divisioni che si sono verificate. Dopo il via della Giunta per le autorizzazioni a procedere di due giorni fa, è attesa per il nuovo voto di oggi alla Camera, chiamata a decidere sull’arresto del parlamentare del Pdl e coordinatore del partito in Campania, accusato dai pm di connivenza con il clan dei Casalesi.

La sua storia raccontata in un libro “Il Casalese” presentato proprio 48 ore fa a Palazzo San Macuto, alla presenza di molti parlamentari, del Pdl (Paniz ) di Fli (Bocchino) e del Pd (Bossa) e degli autori, nove cronisti campani (Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Corrado Castiglione, Giuseppe Grimaldi, Antonio Di Costanzo, Luisa Maradei, Peppe Papa, Ciro Pellegrino, Enzo Senatore).

Un libro di 256 pagine che è contemporaneamente storia e attualità di un certo modo di fare politica in regioni a maggioranza elettorale sotto controllo e influenza dei clan. Un libro “aspro”, l’hanno definito gli avvocati del casalese, d’orgine, Nicola Cosentino ma soprattutto – come confermano gli intervenuti al dibattito – lucida analisi, scevra da facili banalizzazioni – della storia della famiglia Cosentino, del politico attualmente accusato di connivenza con il clan criminale descritto in “Gomorra” di Saviano e di anomalie della politica, locale e nazionale, che evidenziano debolezze e censure, in tutti gli schieramenti politici, rispetto all’attività di amministrazione della cosa pubblica.

Al centro del dibattito numerosi argomenti, fra gli altri: la necessità di riformare l’istituto che prevede la carcerazione preventiva per alcuni reati, l’incompatibilità di accuse come quella di connivenza con i clan con l’attività di parlamentare e di coordinatore del partito di maggioranza in una regione. L’insano, quanto difficile da spezzare, connubbio fra politica, malaffare, criminalità e economia, che attraversa la penisola ma che ha in alcune regioni, come la Campania, un “laboratorio” avanzato di record negativi.

E l’incapacità dei partiti politici di fare pulizia al proprio interno, ben prima dell’azione della magistratura, rispettando il principio della presunzione di innocenza, ma cercando di distinguere il livello della responsabilità penale da quello politico. Su questo Libera Informazione ha anche intervistato, poche ore prima che la Giunta per le autorizzazioni a procedere esprimesse il suo “si” all’arresto di Cosentino (con un solo voto di scarto), il magistrato Raffaele Cantone, ex pm nel maxi processo ai Casalesi.

Posizioni diametralmente opposte quelle che si sono avvicendate nel dibattito, per Maurizio Paniz, convinto sostenitore del “no” all’arresto di Cosentino, la priorità è evitare altri “casi Mannino” (il politico siciliano prima accusato di mafia e poi assolto in via definitiva) in una logica che si può riassumere in una sua frase: “meglio un colpevole libero che un innocente in carcere”. Di idee diverse, invece, Luisa Bossa – deputato, componente della Commissione Antimafia che spiega come sia incompatibile l’attività politica e in particolare parlamentare con accuse così gravi, documentate in maniera equilibrata e dettagliata nel libro “Il Casalese” ma soprattutto oggetto di giudizio della magistratura, che ha coordinato le indagini e poi chiesto l’arresto con l’accusa di concorso esterno di stampo mafioso. Non entra nel merito delle vicende che costituiscono il capo d’accusa per Cosentino, invece, Italo Bocchino, uomo chiave dello scontro fra Fli e Pdl che proprio in Campania ha fatto una scelta netta (schierandosi non solo contro la candidatura di Nicola Cosentino a presidente della Regione ma anche contro la sua permanenza come coordinatore del Pdl in Campania) ma conferma la sua posizione – nettamente opposta a quella di Paniz  – che sul caso Cosentino l’ha portato ad essere un convinto sostenitore dell’incompatibilità di questa accusa con i ruoli politici ricoperti dal politico casalese.

Stasera ospiti al programma “Piazza pulita” condotto in studio da Corrado Formigli, proprio gli autori del libro. Con loro si commenterà il risultato della giornata di oggi e il “caso Cosentino”.

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