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‘Ndrangheta, arrestato consigliere comunale Giuseppe Plutino

Di redazione il . Calabria

E’ in corso a Reggio Calabria una operazione della polizia contro la cosca Caridi-Borghetto che opera nel territorio di San Giorgio extra-Modena-Ciccarello. Ci  sarebbe anche Giuseppe Plutino, consigliere comunale del Pdl,  tra gli arrestati e l’accusa sarebbe di concorso esterno in associazione mafiosa.  La notizia è stata diffusa da fonti investigative e giudiziarie. In totale sarebbe sette le ordinanze di custodia cautelare in carcere e altrettanti presunti affiliati alla cosca, cui è contestata l’associazione a delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. L’inchiesta è coordinata dalla  Direzione distrettuale antimafia.

Chi è Giuseppe Plutino.  in carica da tre legislature, e’ un impiegato, e’ stato in passato un esponente dell’Udc ed ha poi aderito al Pdl, con la lista del quale e’ stato eletto consigliere comunale nelle elezioni amministrative della scorsa primavera, vive a Reggio Calabria nel quartiere di San Giorgio Extra, che e’ una delle zone della citta’ in cui la cosca Caridi, secondo quanto e’ emerso dall’indagine, controllava le estorsioni ai danni dei commercianti. Se venissero confermate le accuse si tratterebbe dell’ennesima ombra che si aggira intorno all’amministrazione comunale.

Le reazioni. In una nota la deputata del Pd, Doris Lo Moro ha sottolineato «Mi chiedo e chiederò oggi al Ministro dell’Interno, nel corso dell’audizione prevista presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, cos’altro deve succedere perchè si proceda ad una seria verifica di quanto succede a Reggio Calabria».  «Apprendiamo dell’operazione che coinvolge anche un esponente dell’amministrazione comunale – dichiara a Libera Informazione, Mimmo Nasone, referente di Libera a Reggio Calabria. E’ asfissiante, in città, lo stretto connubio fra mafia, politica e affari. Ciò nonostante,  noi vogliamo ribadire la nostra fiducia nelle istituzioni, nella parte sana della politica in questa città e in chi ogni giorno si spende in prima persona per impedire contiguità con la ‘ndrangheta e amministra la cosa pubblica nell’interesse di tutti i cittadini»

I precedenti. Tante le operazioni antimafia che hanno sfiorato, negli ultimi anni, da
vicino la città dello Stretto. Già lo scorso 22 novembre, la deputata
Angela Napoli, aveva presentato una interpellanza parlamentare per
chiedere che venisse vagliata attentamente la situazione in cui versa il
comune di Reggio Calabria. «Conosciamo tutti quale sia il clima torbido che si registra ormai da più tempo nella città di Reggio Calabria – scrive la deputata Angela Napoli alcuni mesi fa –  ma lo scenario, già aperto con le inchieste “Meta”, “Il Crimine” e “Il Caso Fallara”, e oggi reso ancora più palese con la prosecuzione dell’operazione “Infinito”, è davvero inquietante. Sarà compito della Magistratura giudicante verificare le responsabilità di coloro che oggi sono stati colpiti dagli interventi giudiziari, ma non è più accettabile che rimangano ancora coperti da ombre i ruoli di determinati personaggi.
Gli intrecci perversi che accomunano pezzi della politica, delle Istituzioni, dell’Imprenditoria, dei Servizi deviati e della ‘ndrangheta, vanno recisi con urgenza e nella loro totalità. La lunghezza dei tempi che intercorre tra la chiusura delle indagini e gli interventi giudiziari dovuti, nonché la conseguente garanzia dell’impunità, non fanno altro che consentire inquinamento delle prove e consolidamento di quel sistema di illegalità diffusa che imperversa sulla città di Reggio Calabria e sulla sua provincia».

Un appello caduto nel vuoto all’epoca e che oggi torna di grande attualità. Clicca qui per leggere l’interrogazione parlamentare presentata da Angela Napoli

Gli affari della ‘ndrangheta. Di ieri, inoltre, la notizia che proprio alcuni referenti in Abruzzo della ‘ndrangheta, collegati ai Caridi-Zincato-Borghetto di Reggio Calabria, nei mesi successivi al terremoto dell’Aquila, fossero riusciti a mettere le mani su una azienda interessata ai lavori della ricostruzione. In particolare, secondo l’accusa,”intermediando per l’acquisto di una parte di una quota del capitale sociale della società interessanta alla ricostruzione post – sisma”. E con questa accusa, il 20 dicembre scorso, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ed i poliziotti della Sezione ciminalità organizzata della Squadra Mobile dell’Aquila hanno arrestato quattro imprenditori locali: B.S. trentaquattrenne dellAquila; V.A. di 45 anni, V.M. di 38 e I.F. di 58 anni, tutti di Reggio Calabria. L’operazione – chiamata “Lypas”, dal nome di una ditta riconducibile all’organizzazione criminale – ha portato anche al sequestro di beni riconducibili agli indagati e alle loro attività commerciali per circa un milione di euro, tra i quali quote sociali di 4 società, 8 automezzi, 5 immobili e 25 rapporti bancari

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