In feudo Verbumcaudo viti e cereali

‘Il feudo di Verbumcaudo diventera’ un luogo di eccellenza di produzione vitivinicola e cerealicola”. Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, intervenuto alla tavola rotonda sull”’Utilizzo dei beni confiscati a 15 anni dalla legge 109” alla sala Gialla dell’Ars. Il feudo, confiscato al boss di Cosa nostra Michele Greco, detto ”il Papa”, e’ composto da 150 ettari di terra coltivata a grano e uliveto e ora diventera’ un centro di produzione delle eccellenze agricole del territorio regionale. ”Motore dell’iniziativa e’ il consorzio Sviluppo e legalita’ – ha aggiunto Armao – che agira’ in sinergia con l’Istituto regionale della Vite e dell’olio, l’assessorato regionale all’Agricoltura, la banca del Credito cooperativo di Valledolmo, l’istituto di credito Irfis, e i sindaci del territorio.

All’interno del progetto, che sara’ presentato anche al prossimo Vinitaly, ci sara’ la prima Banca della vite siciliana, a disposizione di produttori ed esperti che vorranno conoscere e studiare tutti i tipi di vite autoctone siciliane. Faremo lo stesso per l’olio e la coltura del grano siciliano, in connessione con la legge regionale recentemente introdotta sulle coltivazioni cerealicole siciliane”. ”Si partira’ con l’impianto di una coltura miglioratrice del terreno – spiega Dario Cartabellotta, direttore dell’istituto regionale della vite e dell’olio – di seguito, su un appezzamento di 6 ettari, due saranno destinati alla produzione di vino bianco, due al rosso, e due alla banca del germoplasma, un progetto che ci permetterà di ricavare dal recupero delle viti abbandonate nuove varieta’ di vino. Verbumcaudo diventera’ cosi lo scrigno del futuro enologico della Sicilia, producendo in collina, a 600 metri di altitudine, Nero D’Avola, Perricone, Catarratto, Inzolia, attraverso la delocalizzazione dell’agricoltura. Del progetto fanno parte anche 8 ettari di uliveto e una parte destinata ai cereali”.

”C’e’ un fortissimo valore simbolico, oltre che economico, in questo progetto pilota – dice Lucio Guarino, direttore del consorzio Sviluppo e legalita’ – siamo onorati di essere parte di questo progetto, ma il segnale che dobbiamo dare e’ che e’ necessario coinvolgere tutti gli enti territoriali”