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In ricordo di Serafino Famà

Di redazione il . Sicilia

Il 9 novembre del 1995 veniva ucciso a Catania l’avvocato Serafino Famà. Anni di indagini e un processo hanno cercato di ristabilire verità e
giustizia sull’omicidio, apparentemente inspiegabile, di un avvocato,
che i colleghi descrivono, onesto, scrupoloso e appassionato al suo
lavoro. Ma non tutto è ancora chiaro su questo delitto che ha portato via un avvocato onesto impegnato come ha ricordato la figlia, Flavia Famà «impegnato a far rispettare la legge in tutte le sue articolazioni, diritto alla difesa compreso». Nell’aula Magna della Facoltà di
Giurisprudenza a Catania domani familiari, amici e cittadini ricorderanno l’impegno e la storia di questo uomo che ha creduto fermamente nel suo mestiere e non ha voluto cedere a pressioni o ricatti e per questo è stato  ucciso. E di un padre che ha trasmesso questi valori ai figli, Fabrizio e Flavia, oggi impegnati a portare alti questi valori nella quotidianità.

A lui è dedicato, fra gli altri, il villaggio della legalità a Borgo Sabatino (Lt) da poco oggetto di un raid vandalico ma sul quale ogni giorno tanti giovani si incontrano per praticare legalità, costruire progetti e iniziative che rafforzino la democrazia su quel territorio. L’incontro in memoria di Serafino Famà dal titolo: “Le sentinelle della Costituzione” si terrà alle 15.30 con gli inteventi del  prof. Giovanni Grasso – Università di Catania del dott. Bruno Di Marco – presidente Tribunale di Catania, dell’avv. Enrico Trantino, del Foro di Catania, del dott. Ernesto De Cristofaro, ricercatore universitario e di Fabrizio Famà,  figlio di Serafino.

Modererà il dibattito l’avvocato Goffredo D’Antona che in questi giorni ha scritto –  prendendo a prestito le parole di Piero Calamandrei «Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. L’avvocato non puo’ essere un puro logico, ne’ un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore . L’avvocato Famà ucciso dalla mafia un gelido 9 novembre di 16 anni fa, effettivamente era prima di tutto un cuore».

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