Lettera aperta all’Agcom: “Dov’è finito l’osservatorio sui temi sociali?”
Egregio presidente Calabrò, presidente della autorità di garanzia delle comunicazioni
Ci permettiamo di disturbarla per segnalare una questione che non può più essere rimossa, anche alla luce del malessere profondo che attraversa la società italiana, un malessere accentuato anche dal sostanziale oscuramento mediatico riservato a grandi questioni sociali e ai soggetti che tentano di dar voce a questi temi. Naturalmente sarebbe sbagliato generalizzare e non cogliere le differenze che pure esistono tra emittente ed emittente, programma e programma, ma non vi è dubbio che, anche in occasione dei recenti ” fatti di Roma”, l’attenzione si sia scatenata solo dopo gli incidenti, e non prima, quando sarebbe stato comunque doveroso illuminare il tema del bene comune, della precarietà crescente, del disagio, della indignazione etica e politica che, peraltro, si sta manifestando in tanta parte del mondo e non solo in Italia. Eppure questi mondi hanno avuto sin qui diritto ad una rappresentazione largamente inferiore a quella che è stata riservata, anche e soprattutto dalla Rai, a tre delitti , tragici, ma pur sempre consumati dentro le mura domestiche.
La pubblica opinione sa quasi tutto sul delitto di Perugia, o sulle vicende della famiglia di Sara Scazzi, ma quasi nulla sa sulle morti sul lavoro, sui movimenti che hanno promosso i referendum sull’acqua bene comune, sulle associazioni che hanno dato vita alla marcia Perugia Assisi, sulle realtà che contrastano mafia, camorra, illegalità diffusa, sulle donne e gli uomini che hanno riaperto spazi pubblici chiusi e li hanno restituiti ala comunità
Basti pensare, per fare un solo esempio, alla straordinaria esperienza di autogestione in atto al teatro Valle di Roma.
Non sarà certo un caso se, ormai da tempo, si è scelto di oscurare l’insicurezza collettiva, la questione sociale, i temi della pace e della guerra, la condizione del lavoro per spostare l’attenzione invece su quegli argomenti che favoriscono invece quella che è stata chiamata ” l’industria della paura”, i suoi mercanti, e naturalmente gli ” utilizzatori finali” sul piano politico.
Per queste ragioni, al di là di ogni polemica, vi chiediamo di attivare quell’osservatorio sui temi e sui soggetti sociali che, nonostante gli impegni, non ha mai visto la luce.
Attualmente l’autorità da Lei presieduta, sia pure con modi e tempi che non sempre ci hanno convinto, fornisce una mappa delle presenze della politica in tv, manca ancora una mappa relativa ai temi trattati e alla presenza dei diversi attori sociali; tale assenza non consente di rilevare quali siano davvero i soggetti e gli oggetti sostanzialmente oscurati, se non addirittura cancellati.
Questo tipo di censura rappresenta oggi il vero rischio, la vera esclusione , con tutto quel che ne consegue sul piano del diritto dei cittadini ad essere informati e soprattutto sul diritto alla esistenza politica e mediatica di tanta parte della società. italiana.
Per queste ragioni Le chiediamo un incontro per sapere da Lei se, come e quando, intenda dare conseguenza agli impegni assunti e come voglia rispondere ad una esigenza di pluralismo sociale, civile e culturale, che non può essere esaurito dal richiamo alla ” par condicio” che non va oltre la distribuzione dei tempi e degli spazi tra le sole forze politiche.
Naturalmente un Osservatorio non risolverà il problema, ma sicuramente renderà immediatamente comprensibile quali siano oggi i veri oggetti dell’oscuramento e delle censure o della interpretazione di parte dei fatti, con quel che ne conseguirà per la stessa autorità sul piano della necessaria azione di segnalazione, di prevenzione, di sanzione.
In attesa di una risposta,
Distinti saluti
Beppe Giulietti, portavoce Articolo 21
Tommaso Fulfaro, segretario Articolo21
Flavio Lotti, portavoce Tavola della Pace
Santo Della Volpe, direttore Libera Informazione
Fulvio Fammoni, portavoce del Comitato per la libertà di informazione
Naturalmente vi daremo conto dell’eventuale risposta e chiederemo a tutte le associazioni, ai comitati, ai movimenti che hanno condiviso con noi l’impegno contro la legge bavaglio di promuovere una vera e propria campagna per ” illuminare di più” chi è stato cancellato da molteplici forme di oscurità e di oscurantismo.
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