Summer School Organised Crime
Una economia mafiosa sempre più integrata nel tessuto socio economico internazionale. Vasi comunicanti che collegano i capitali dei boss agli investimenti pubblici e privati nel nostro Paese e sempre più nella finanza globale. A Milano la Summer School Organised Crime, promossa presso l’Università di Milano e coordinata dal sociologo e giornalista, Nando dalla Chiesa, analizzerà a fondo le evoluzioni e il contesto di questa economia sommersa che corrode le fondamenta democratiche e socio – economiche del Paese, mentre in tempi di recessione a pagare sono sempre i cittadini: i meno garanti e informati sul presente e sul futuro. Con dalla Chiesa una finestra sulla cinque giorni dedicata a “L’impresa mafiosa. Prospettive di analisi e strategie di contrasto”.
Dalle ultime ricerche sociologiche e economiche sul tema emerge un dato: al modello dell’infiltrazione mafiosa nell’economia si sta sostituendo un modello di integrazione delle imprese mafiose nel tessuto socio-economico. Come avviene questo passaggio e perchè?
L’economia, come la società è fatta di vasi comunicanti. E’ una zona che è continuamente in relazione con altre aree. Così l’economia mafiosa beneficia della possibilità di costruire reti, relazioni e muoversi con una certa dimestichezza in questo contesto. Si tratta, dunque, di un meccanismo molto naturale rispetto al quale bisognerebbe mettere in campo provvedimenti che intensifichino i controlli sui meccanismi dei mercati.
Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, infatti, il riciclaggio incide sull’economia nazionale per il 10%del Pil. Qual è la situazione attuale in materia di antiriclaggio?
L’attuale governo, in questi anni, è andato nella direzione di una graduale facilitazione delle diverse forme di riciclaggio. Lo ha fatto con provvedimenti correlati che incidono su queste operazioni che permettono di ripulire capitali mafiosi, con l’ingresso nell’economia legale. Provvedimenti come lo “scudo fiscale”, meno controlli e tracciabilità del denaro. Allo stesso tempo leggi come quella del falso in bilancio e tutte le altre volte a depenalizzare questo reato, aiutano a nascondere e far entrare in circolo, capitali di provenienza sconosciuta e spesso illecita.
Un ruolo importante, a volte centrale, è svolto dai professionisti. Questa parte della società civile ha preso coscienza del proprio ruolo nella lotta all’economia sommersa e le mafie?
E’ necessario ridurre gli spazi in cui i capitali mafiosi possano muoversi. In tutti gli ambiti, compreso quello dei professionisti, si tratta sempre di cultura, di responsabilità civile e sociale. Spero a tal proposito, che la Summer School, che vede proprio la partecipazione di professionisti, studenti e persone già sensibilizzate all’argomento, possa essere l’occasione per una riflessione proprio su questo tema e sulla responsabilità di ciascuno di noi. Spero i partecipanti possano farsi moltiplicatori di responsabilità sociale.
In questi giorni è stata approvata la manovra finanziaria con provvedimenti urgenti in materia economica. Si ha la sensazione che a pagare i costi della crisi e dell’economia sommersa siano sempre le stesse fasce di cittadini. Dove si potevano prendere i soldi?
L’abbiamo detto molte volte: basta guardare le cifre della Corte dei Conti sulla corruzione nel nostro Paese. Lì c’è già la cifra necessaria per fare questi interventi urgenti in economia, senza incidere sui cittadini onesti. Quei soldi collegati all’evasione fiscale, alla corruzione, all’economia sommersa, appunto, sono “invisibili”. E’ necessario, dunque, che il Governo ammetta che esistano, dica dove sono collocati e poi li usi per risanare le casse dello Stato. Questo sarebbe un atto “rivoluzionario” che avrebbe costi alti in termini di consenso elettorale da parte degli “amici del mercato”. Queste valutazioni politiche e elettorali bloccano l’uso di quel denaro.
La Summer School Organised Crime ha scelto da subito un approccio internazionale all’argomento. A che punto si trova il dibattito pubblico su questi temi all’estero, in Europa in particolare?
E’ un dibattito in crescita. C’è una qualità sempre più alta e un interesse in termini di ricerche e riflessioni sempre maggiore. Non si riesce ancora a far diventare dominante questo tema nell’agenda pubblica, dei mass media, delle istituzioni e della società civile. Ma è un percorso che va nella direzioni giusta.
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