Diritti sotto sequestro a Pozzallo
“A Pozzallo i diritti vengono regolarmente violati”. Questa è la denuncia del Prof. Fulvio Vassallo Paleologo, docente dell’Università di Catania. Lo scorso giorno allo spazio cultura Meno Assenza di Pozzallo si è fatto il punto sul Cpsa della città marinara, sotto i riflettori per le ultime vicende di cronaca. Il docente palermitano, invitato assieme al giornalista Antonello Mangano, da Libera, Il Clandestino, Asgi, Cgil, Quetzal, Attinkitè e Borderline Sicilia ha denunciato le violazioni dei diritti che avvengono nei centri italiani e in particolar modo in quello Pozzallese. “I diritti vengono messi sotto sequestro quando le persone vengono trattate in maniera collettiva. Molte persone si ritrovano in un areo di ritorno senza nessuna tutela”.
Per il professore, membro dell’Asgi, a Pozzallo, in quanto centro di primo soccorso e accoglienza i migranti potrebbero restare per un massimo di 96 ore per poi essere trasferiti in un Cara o in un Cie: nessuno potrebbe essere espulso da Pozzallo, perchè non potrebbero essere applicate le tutele previste. Ma nella realtà tutto va diversamente: “I Cpsa come quello di Pozzallo sono strutture di transito dove invece i migranti restano per settimane e mesi senza garanzie”. Secondo il docente viene violato sistematicamente l’art. 13 della Costituzione: “Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto”.
Sulla rivolta dei giorni scorsi Vassallo Paleologo riflette: “non giustifico quello che è successo ma quando le persone percepiscono le violazioni dei diritti gli animi si surriscaldano, soprattutto quando non c’è nessuna organizzazione che informi loro in queste strutture”. A fare da eco alle riflessioni del docente è Antonello Mangano, autore del libro Gli Africani salveranno Rosarno, che reduce di un viaggio a Lampedusa denuncia l’Apartheid turistico che avviene nell’isola. Il giornalista avverte: “Questo egoismo di massa prima o poi lo pagheremo”.
* da Il Clandestino
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