Chiediamo trasparenza e legalità
Avviso Pubblico ritiene che l’articolato proposto dal Consiglio dei Ministri non possa qualificarsi né come un codice né come un testo unico antimafia. Dalla lettura attenta dello schema del DLgs si ravvisa la mancanza di una visione organica e di una profonda azione di revisione e di aggiornamento della normativa esistente in termini di prevenzione e di contrasto alle mafie. In particolare, a livello generale, si registra la mancanza di:
- una serie di disposizioni di legge rientranti nell’attuale legislazione antimafia;
- norme e procedure che permettano una più marcata e concreta semplificazione ed un coordinamento efficace ed efficiente della legislazione antimafia vigente;
- specifiche e nuove fattispecie di reato;
- modifiche di fattispecie di reato già esistenti e relative al contrasto dei rapporti tra mafia e politica e tra mafia ed economia;
- una chiara definizione ed elencazione delle norme che si intende abrogare;
- di un raccordo con altre iniziative legislative (es. DDL n. 2156 “anticorruzione”, le recenti innovazioni legislative introdotte dal “decreto sullo sviluppo” in materia di appalti, ecc.);
- misure di sostegno alle azioni di antimafia civile e sociale;
- provvedimenti che recepiscano convenzioni europee ed internazionali in materia di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata transnazionale e alla corruzione. In forma specifica si rilevano le seguenti criticità, sulle quali si chiede al legislatore di intervenire prontamente: previsione del reato di autoriciclaggio, più volte sollecitata dal Procuratore nazionale antimafia e dal Governatore della Banca d’Italia;
- revisione dell’articolo 416-ter del codice penale, che sanziona il voto di scambio politico mafioso. Nel nuovo testo dell’articolo 416-ter, insieme all’erogazione di denaro, va previsto che il reato sopra citato sussista anche quando vi è “la promessa di agevolare l’acquisizione di concessioni, autorizzazioni, appalti, contributi, finanziamenti pubblici o, comunque, la realizzazione di profitti e altre utilità”;
- una serie di norme specifiche che regolamentino l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza da un incarico pubblico qualora una persona sia rinviata a giudizio e condannata per gravi reati (mafia, corruzione, traffico di droga, estorsione, usura, ecc.), secondo le previsioni contenute nei codici di autoregolamentazione dei partiti approvati all’unanimità dalle Commissioni parlamentari antimafia del 2007 e del 2010. introduzione dei reati contro l’ambiente;
- riferimento alla normativa di prevenzione e contrasto ai fenomeni del racket e dell’usura;
- riferimento alla legislazione in materia di contrasto alla tratta degli esseri umani;
- inserimento di norme contro il fenomeno del caporalato;
- riferimento alle norme che regolano il trattamento dei collaboratori e dei testimoni di giustizia prevedendo, nel caso dei primi, la possibilità di estendere il termine temporale di 180 giorni attualmente previsti dal legislatore per rendere le proprie confessioni, in casi specifici caratterizzati da particolare complessità delle indagini;
- previsione di un provvedimento legislativo che ratifichi la Convenzione di Strasburgo contro la corruzione, firmata dall’Italia nel 1999;
- un riferimento alle previsioni contenute nella Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale delle Nazioni Unite – e i due relativi protocolli – presentata e firmata a Palermo nel 2000 e ratificata dal Parlamento Italiano con legge n. 146/2006;
- Inoltre Avviso Pubblico segnala ulteriori criticità in merito a: appalti; beni immobili confiscati; costituzione di parte civile degli enti locali; comuni sciolti per infiltrazione mafiosa; misure di prevenzione.
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