NEWS

Festa di Libera,don Ciotti: «La lotta alle mafie si fa a Roma»

Di Enzo Cascini il . Progetti e iniziative

Luigi Ciotti sale sul palco della Festa di Libera a Firenze accompagnato da Emanuela Giuliano, figlia di Boris Giuliano, capo della mobile di Palermo ucciso dalla mafia il 21 luglio del 1979. Comincia così, dalla Memoria per ricordare la forza silenziosa di quelle donne come la moglie di GIuliano che con «grande dignità riescono a reagire e seminare speranza». Poi il presidente di Libera declina l’impegno di chi fa la lotta alla mafia. «La lotta alla mafia si fa a Roma –  tuona – meno leggi e più Legge: quella chiara, categorica e senza sconti». Apparentemente non c’è una ragione per fare una festa, sottolinea Ciotti – sommando il giro di affari delle mafie, la corruzione, l’evasione si giunge a cifre sbalorditive stimabili in 560 miliardi di euro. Troppe promesse e troppa retorica della memoria in chi ha responsabilità istituzionali e politiche. 

Ecco perché il fondatore di Libera alza un grido di dolore rivolto al Parlamento che, dal 1999, non ratifica il trattato di Strasburgo, che prevede l’introduzione di strumenti e di reati penali essenziali per la lotta alla corruzione. Ma non finisce qui. Il Parlamento da 17 anni non introduce i reati ambientali nel codice penale, così come richiesto a gran voce da Legambiente. «In Italia – aggiunge don Luigi – non esistono regole contro il caporalato e contro il lavoro nero: esiste solo un ammenda amministrativa». Troppo poco per chi ha davvero a cuore la lotta alla mafia. Troppo poco per il popolo di Libera che chiede leggi giuste. «Chiediamo di costruire e cercare verità, perché è l’unico modo per costruire giustizia».

Una giustizia più volte richiamata, anche citando la riforma costituzionale, sulla quale don Ciotti non ha dubbi:  «Come abbiamo già detto al 21 marzo a Potenza: questa non è una riforma, ma è il sequestro della giustizia». Dopodichè un ulteriore e convinto affondo alla politica: «Ci sono troppi codici etici quando si è in prossimità delle elezioni e poi ci ritroviamo con troppe persone indagate che sorprendentemente siedono in luoghi strategici e di potere politico; vogliamo leggi che impediscano a quelle persone indagate per reati gravi – quali associazione a delinquere e contro la pubblica amministrazione – di poter essere elette. Così la nostra Memoria è tradita, presa in giro» dichiara Ciotti che grida ai politici: «Non andate alle commemorazioni, perché così fate solo retorica».

Nel finale il tema del Codice Antimafia: «Questo codice che sta per essere approvato dal Parlamento è un passo indietro. È un’occasione persa che ci fa essere delusi e preoccupati». Infine don Luigi declina le quattro priorità per servono per contrastare le mafie: «Uguaglianza e diritti, lavoro, ambiente, contrasto alla criminalità e alla corruzione». «Per questo siamo qui – conclude Ciotti – per la responsabilità che ci vogliamo assumere», figlia dell’esempio di chi ha perso la vita per questa democrazia.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link