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Per la legalità e lo sviluppo contro tutte le mafie

Di redazione il . Lazio, Progetti e iniziative

Una lunga marcia attraverserà la capitale stasera per unire allo stesso tempo Palermo e Roma, Reggio Calabria e Milano, Napoli e Isola Capo Rizzuto. E tante altre città impegnate in una lunga e quotidiana lotta di liberazione dalle mafie, dal sottosviluppo, dalla violenza criminale. Dopo i recenti fatti che hanno riguardato Roma e provincia la fiaccolata è stata organizzata «per dire ‘No’ alla criminalità organizzata».  La proposta è stata lanciata dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e raccolta dalla Polverini e da Alemanno, a 19 anni di distanza dalla strage mafiosa di via D’Amelio, a Palermo. L’appuntamento per tutti è martedì 19 luglio, alle ore 21 a piazza del Pantheon a Roma.

«Ci aspettiamo una straordinaria mobilitazione e la partecipazione di tutta la comunità per lanciare un messaggio forte contro la criminalità organizzata – hanno fatto sapere in una nota congiunta il presidente della Provincia, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno». All’iniziativa hanno dato la piena adesione molte associazioni che lavorano sul territorio e la rete nazionale di Libera da anni impegnata in una denuncia precisa e concreta dell’avanzare delle mafie nelle regione Lazio. «Vogliamo ringraziare Don Luigi Ciotti  il fondatore di Libera, per aver scelto di partecipare alla Fiaccolata “Roma contro tutte le mafie – Fiaccolata per la Legalità, la Sicurezza e lo Sviluppo” di portare la sua testimonianza – fanno sapere i promotori .  La sua voce è quella di un uomo che ha speso ogni ora di ogni giorno della sua vita a contrastare con forza e umiltà la criminalità organizzata e che ci ha insegnato a non arrenderci mai, perché solo uniti si può vincere – aggiungono».

«Una voce che ci rappresenta tutti e che dà ancora più forza a questa manifestazione. Con lui saranno presenti sul palco, e ringraziamo, l’attore Edoardo Sylos Labini che leggerà alcuni brani scritti da Paolo Borsellino e Rosario Vitarelli, presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza e la legalità». In occasione della fiaccolata la rete di associazioni di Libera presenta i risultati di una ricerca condotta su un campione di giovani studenti della regione Lazio. «Ritengono la presenza della mafia nel Lazio un fenomeno sempre più preoccupante, vedono nell’estorsione una delle principali attività della criminalità organizzata e hanno sempre più disinteresse nei confronti della politica – fanno sapere dall’associazione Libera, in un’anticipazione dell’indagine realizzata nell’ambito del bando 2010 del Consiglio Regionale del Lazio» .

Il campione dell’indagine si basa su interviste di 1420 studenti di 51 istituti sul territorio laziale. Un lavoro dettagliato dal quale emerge, fra l’altro, che 7 studenti su 10 ritengono la presenza della mafia nel Lazio un fenomeno preoccupante. Più della metà degli studenti ritiene l’estorsione tra le principali attività della criminalità organizzata. Il 46 % degli studenti intervistati dichiara disinteresse o disgusto per la politica. Questi e altri dati verranno presentati  ufficialmente a Firenze all’interno della I° Festa nazionale di Libera che si terrà nel capoluogo toscano dal 21 al 27 luglio (Clicca qui per leggere il programma).

Ma la presenza delle mafie nel Lazio è ormai più di un dato di cronaca o di inchieste giudiziarie. E’ anche la storia di scelte politiche che hanno lasciato il segno. Come lo scorso anno è accaduto a Fondi, cittadina della provincia di Latina, dove la relazione di un prefetto prima e il parere del ministro dell’Interno dopo,  hanno confermato l’inquinamento dell’attività amministrativa da parte delle cosche. Ma nonostante ciò il consiglio dei Ministri decise di non sciogliere per mafia quel Comune. La ricerca curata da Libera si occupa anche di andare a “scavare” nella recente memoria dei giovani e nella loro percezione di questi fatti ancora vivi nella mente di molti, scoprendo che «uno studente su 3 tra i ragazzi intervistati nel Lazio e 1 studente su 2 tra gli intervistati in provincia di Latina conosce il caso del comune di Fondi. Tra coloro che conoscono questo fatto 3 studenti su 4 (il 75,8%) ritengono che il Governo avrebbe dovuto approvare lo scioglimento del consiglio comunale per i forti sospetti di infiltrazione mafiosa».

«Davanti a questi dati commenta Gabriella Stramaccioni, coordinatrice nazionale di Libera – è necessario richiamare le istituzioni e la politica alle proprie responsabilità ed a un impegno maggiore nella lotta alla mafia e contro la corruzione. Necessaria un informazione seria, documentata e approfondita sul evolversi della criminalità organizzata sul territorio ma soprattutto dare senso alla parola continuità. Non si può parlare di criminalità solo quando succedono le cose eclatanti, perché le mafie lavorano proprio nei momenti in cui c’è meno chiasso e ci sono meno rumori. Solo – conclude Stramaccioni – coniugando legalità, corresponsabilità e giustizia sociale, la battaglia contro le mafie può essere vinta».

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