Mafia, gip non archivia e decide imputazione ministro Romano
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo non ha accolto oggi la richiesta di archiviazione nei confronti del ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, indagato per concorso in associazione mafiosa, riferisce una nota dello stesso ministro. “Il Gip Giuliano Castiglia non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal Pm Antonino Di Matteo nel procedimento che mi ha visto indagato quasi ininterrottamente per otto anni anche se l’indagine era tecnicamente spirata nel novembre del 2007”.
Questi semplici ma inconfutabili dati dimostrano il corto circuito tra le istituzioni e dentro le istituzioni”, ha commentato Romano, che a marzo scorso ha sostituto al dicastero Giancarlo Galan, passato ai Beni culturali. In quell’occasione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva espresso riserve politiche sulla opportunità della sua nomina, alla luce delle indagini che lo vedono coinvolto, e dopo aver preso informazioni sullo stato del procedimento a suo carico. Dopo la decisione del gip, ora i pm hanno 10 girni di tempo per formulare la richiesta di rinvio a giudizio. “Sono addolorato e sconcertato – ha aggiunto il ministro, ex Udc e oggi leader del partito Popolari Italia Domani – con questo provvedimento non viene chiesta solo la formulazione dell’imputazione per il sottoscritto ma vengono messe in discussione le conclusioni alle quali dopo lunghissimi approfondimenti era pervenuta la Procura di Palermo”.
Nell’ambito dell’indagine, a novembre 2010 i pm palermitani avevano chiesto l’archiviazione per Romano per la mancanza di riscontri sufficienti alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, che aveva parlato di lui come persona “a disposizione” e votata dai boss di Villabate, Nicola e Nino Mandalà. Romano è coinvolto assieme ad altri politici anche in un’altra inchiesta, quella sul tesoro accumulato illecitamente dall’ex- sindaco palermitano Vito Ciancimino, condannato per mafia e morto nel 2002. Nell’ambito di questa vicenda il ministro dell’Agricoltura è iscritto nel registro degli indagati della Dda di Palermo dal 2009 per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra assieme ai politici dell’Udc Totò Cuffaro e Salvatore Cintola e del Pdl Carlo Vizzini.
Questa inchiesta è nata dalle ultime dichiarazioni del figlio di Ciancimino, Massimo. Secondo quanto raccontato da Ciancimino jr e riscontrato dagli inquirenti, tra i destinatari di importanti somme di denaro ci sarebbero stati a vario titolo anche Vizzini, Cintola, Romano e Cuffaro.
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