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Processo a Rosaria Schiavone, chiesto il trasferimento da Latina

Di Elena Ganelli il . Lazio

Rischia di essere trasferito ad altra sede per ragioni logistiche e di sicurezza il processo a carico di Maria Rosaria Schiavone, esponente del clan dei Casalesi e nipote di Sandokan, e di altre sei persone accusate di associazione a delinquere di stampo camorristico, tentato omicidio, estorsione e porto abusivo di arma. Venerdì mattina in apertura della prima udienza davanti al Tribunale di Latina il pubblico ministero dell’Antimafia Maria Monteleone ha infatti chiesto il trasferimento ad altra sede della Corte distrettuale di Roma, richiesta motivata dalle difficoltà per la sistemazione degli imputati all’interno dell’aula della Corte di Assise del palazzo di giustizia del capoluogo pontino, della mancanza delle condizioni di sicurezza dell’edificio e della mancanza di una stanza riservata ad ospitare i numerosissimi testimoni (una settantina circa) che rischiano di trovarsi fianco a fianco con le persone contro le quali dovranno deporre.

I sette imputati erano stati arrestati nel maggio dello scorso anno nell’ambito dell’operazione denominata “Sfinge” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Roma e condotta nelle province di Roma, Latina e Caserta dalla Guardia di Finanza della capitale e dalla Questura di Latina.  A capo del gruppo criminale Pasquale Noviello, 39 anni di Minturno, ma residente a Nettuno, latitante per tentato triplice omicidio per l’episodio degli spari sull’Appia, la compagna Rosaria Maria Schiavone, 41 anni figlia del collaboratore di giustizia Carmine, dal quale la donna si è apertamente dissociata dopo il pentimento. Il gruppo era alleato con il clan dei Casalesi: sono accusati di estorsioni, truffe, incendi, traffico di stupefacenti, detenzione e porto di armi, un sistema fondato sulla forza dell’intimidazione e sull’omertà.

Nel tempo il gruppo aveva anche diversificato le proprie attività criminali: tentati omicidi, sequestro di persona e reimpiego di capitali illeciti gli altri reati contestati. Raggiunti da ordine di custodia cautelare anche Francesco Gara, 35 anni domiciliato a Nettuno, Mario Noviello, 63 anni domiciliato ad Aprilia; Dario Flamini, 39 anni di Nettuno e Agostino Ravese, 38 anni anche lui calabrese residente a Nettuno. In manette è finito anche Francesco Cascone, coinvolto nella sparatoria sull’Appia del marzo 2008 che aveva portato al ferimento di tre persone gli spari e non appartenente al clan Schiavone.

L’Operazione “Sfinge” aveva anche portato al sequestro di  beni mobili e immobili, nonché attività economiche riferibili all’organizzazione criminale ed intestati a prestanome, per importo complessivo di circa 4 milioni di euro. Il Tribunale di Latina, preso atto della richiesta del pm sul trasferimento in altra sede del processo, si è riservato di decidere ed ha rinviato al 5 ottobre prossimo. Elena Ganelli

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