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Un Paese per donne

Di Norma Ferrara il . Progetti e iniziative

Laureate, lavoratrici, mamme e precarie, vivono in un Paese che non le racconta, né le ascolta. E quando parla di loro lo fa attraverso immagini che non le rappresentano. Dopo la mobilitazione nazionale che il 13 febbraio scorso ha portato in piazza più di un milione di persone,  il movimento “Se Non Ora Quando?” ritorna a far sentire la sua voce e organizza una due giorni di incontri e dibattiti, il 9 – 10 luglio presso il Santa Maria della Scala a Siena.  L’iniziativa è stata presentata stamani alla Federazione nazionale della stampa ed è carica di obiettivi ed entusiasmo. I 110 comitati “Se Non Ora Quando?” (SNOQ, ndr)  nati in questi mesi hanno costruito queste giornate per parlare di due argomenti in particolare, spiegano le organizzatrici:  la rappresentazione pubblica della figura della donna (il corpo delle donne e gli stereotipi correlati) e i numeri e dati che  condizionano pesantemente la loro vita. L’ultima rilevazione dell’Istat, infatti, fotografa un Paese in cui 800 mila donne hanno perso il lavoro a causa della maternità e il 50% delle donne in età da occupazione è senza lavoro. Siena sarà – dichiarano dal comitato – soprattutto un momento «fondativo» di questo movimento che al suo interno è fatto di una rete di associazioni che da anni lavora su questi temi   Ma anche di tante donne che  – ciascuna nel proprio ambito professionale – sta cercando di contribuire a questo cambiamento in atto. Linguaggio, diritti, nuove politiche, e informazione. Queste le parole chiave intorno a cui ragionare per riprendere la parola dopo anni di silenzio pubblico (eccetto rare occasioni) sull’argomento. 
13 febbraio, catalizzatore del cambiamento
Quel 13 febbraio non è passato inosservato. Non soltanto per aver riportato in piazza un milione di persone (anche uomini e tantissimi giovani) su questo tema. Ma soprattutto per essere stato un catalizzatore dei processi che hanno traghettato il Paese verso quello che oggi in tanti chiamano “il vento del cambiamento”; i nuovi risultati di Milano e Napoli e i referendum sui beni comuni e il rispetto della Costituzione. Lo sanno bene le organizzatrici che l’hanno ricordato anche oggi durante la conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento toscano. Durante gli interventi le animatrici del movimento, da Francesca Comencini a Licia Conte, hanno più volte sottolineato che quel 13 febbraio è stato soprattutto un «fatto politico». E che loro intendono continuare in questa direzione. (Guarda qui il video spot verso Siena). «Il 13 febbraio abbiamo riempito le piazze per difendere la nostra dignità di donne e riscattare l’immagine del Paese – dichiarano da SNOQ. La mobilitazione ha contribuito a portare tante donne al governo delle città e a risvegliare uno straordinario spirito civico. Ma sono solo primi segnali». . «Il vento sta cambiando – afferma Nicoletta Dentico, animatrice di “Filomena in Rete” – ma continuano ad emergere segnali inquietanti, dalle tante P (P3, P4 … ) che governano il Paese sino alle solite affermazioni sulla crisi economica. Noi lo vogliamo dire chiaramente – continua la Dentico –  i fondi per costruire una società alternativa a quella attuale, costruita con le donne e adeguate politiche sociali, ci sono. Basta andarli a recuperare dalla corruzione, dalle tante illegalità che mettono in crisi l’economia del nostro Paese».  
Dal Sud al Nord, donne in trincea per legalità e diritti
A Siena – spiegano le organizzatrici –  arriveranno dal Sud al Nord del Paese portando il peso e la responsabilità di quello che sui singoli territori da anni le donne, spesso in solitudine, fanno. Sono loro che – nei fatti –  rappresentano l’unico vero “welfare” che non si ferma mai. Anche in territori difficili, come racconta Anna Carabetta, registra teatrale, che dopo l’omicidio Fortugno è ritornata in Calabria, nella Locride e porta in piazza il teatro civile per tentare di scardinare la cultura mafiosa di quei luoghi. «Liberare la locride dalla ‘ndrangheta è una responsabilità delle donne – afferma. Una battaglia che possono vincere». «Il comitato SNOQ – dichiara Carabetta – vuole far sentire oggi la vicinanza alla sindaco donna di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, che ha recentemente subito un grave atto intimidatorio: le hanno incendiato la farmacia di cui è titolare. La Lanzetta – continua Caretta – sta portando avanti in quel territorio così complesso una battaglia per la rinascita morale e culturale di quel paese, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti». Anche nella Locride, è nato un coordinamento di SNOQ che  in queste ore è vicino al sindaco – come scrivono in un comunicato stampa – invitandola a continuare, assicurando  appoggio e mobilitazione e chiedendo al mondo dell’informazione di accendere la luce su quest’intimidazione. 
Mass media,  le responsabilità e i meriti
E’ ancora calda la polemica scoppiata in queste ore per la scelta del Partito democratico di affidare la campagna sull’ormai noto “vento del cambiamento” ad una immagine che ha fatto discutere, anche all’interno del Partito (guarda qui la campagna), ma le donne di SNOQ, vanno oltre. Da tempo chiedono in tutte le sedi possibili, dentro i posti di lavoro, dentro il mondo dell’informazione e nel mondo della cultura, che si torni a utilizzare un linguaggio e immagini reali che raccontano delle donne in luogo di stereotipi e banalizzazioni. «Queste le questioni – spiega Francesca Comencini – strettamente correlate sulle quali vogliamo riflettere perché c’è sempre più un nesso fra quello che viene raccontato delle donne e quello che ci accade». Ma in questi ultimi mesi, qualcosa sta cambiando – dice Licia Conti – anche nel mondo dell’informazione.   

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