Caltanissetta, sequestro di beni per 2 milioni di euro
Un sequestro di beni, ammontanti a quasi due milioni di euro, è stato effettuato dagli uomini della polizia di stato di Caltanissetta. Il provvedimento è stato firmato ai danni di Vincenzo Ferrara, un quarantatreenne affiliato a cosa nostra nissena, in carcere dallo scorso dicembre quando venne arrestato a conclusione dell’operazione “Redde Rationem”. L’inchiesta, infatti, consentì di individuare stretti rapporti fra una parte dell’imprenditoria nissena e i gruppi di cosa nostra attivi sullo stesso territorio.
Stando agli inquirenti, che hanno agito su indicazioni della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta, Vincenzo Ferrara avrebbe avuto a disposizione beni per un valore di un milione e ottocentomila euro. I sigilli sono stati imposti a dieci immobili, una pizzeria, conti correnti, polizze assicurative, autovetture, motocicli e ciclomotori. L’uomo, infatti, certo di essere sotto osservazione, acquistava beni intestandoli, fittiziamente, ai propri familiari. A seguito delle indagini svolte dagli inquirenti , è emerso un quadro molto chiaro: Vincenzo Ferrara, all’interno dell’organigramma di cosa nostra, avrebbe avuto un ruolo strategico, occupandosi della gestione degli affari generati dal mercato degli stupefacenti e da quello delle estorsioni.
Inoltre, spalleggiato dai fratelli, sarebbe stato l’autore di almeno tre incendi che colpirono altrettante pizzerie di Caltanissetta. Le azioni ricostruite dagli investigatori avrebbero avuto un unico obiettivo: eliminare la concorrenza e consentire, in questo modo, alla pizzeria gestita dalla sua famiglia di poter ampliare il giro di affari. Vincenzo Ferrara, stando all’esito delle indagini, avrebbe avuto a disposizione un reddito personale decisamente inferiore al valore dei beni gestiti. Il patrimonio a disposizione dell’affiliato a cosa nostra conferma l’incidenza, ancora molto forte, della mafia economia in provincia di Caltanissetta.
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