Stop alla processione, e il camorrista rende omaggio al santo
In sette minuti una storia. “Sotto
tiro. Storie di mafia e antimafia” la rubrica di Roberto Galullo è
una trasmissione radiofonica di denuncia del fenomeno mafioso e della
penetrazione della criminalità organizzata nella società e
nell’economia italiana, della presenza delle mafie anche nel nord
del nostro Paese, dell’economia criminale. La rubrica ha
l’obiettivo di rappresentare un anello nella catena di storie
iniziative in difesa della legalità. L’inviato del Sole 24 ore da
anni lavora sul campo per approfondire queste tematiche, e che ha già
condotto su Radio 24 altre trasmissioni sul tema della legalità. Lo
scorso 15 maggio nella puntata intitolata “Stop alla processione e
il camorrista rende omaggio al Santo” si è occupato di camorra,
Chiesa e religione.
Il fatto di cronaca: un sindaco, un vescovo e una
processione che ogni anno si ferma sotto il balcone del “boss”
per rendere omaggio. Il sindaco, l’ex magistrato Luigi Bobbio,
chiede che la processione non faccia soste sotto la casa del boss
della camorra, Renato Raffone, attualmente agli arresti domiciliari.
La processione di San Catello, santo patrono di Castellamare di
Stabia, infatti da un paio d’anni fa si ferma sotto il balcone del
boss e poi riparte dopo aver fatto “incontrare” simbolicamente il
santo e il criminale. Non è una storia recente, questa. La mafia, lo
testimoniano le cronache giornalistiche e gli studi sociologici,
parla anche attraverso queste azioni e dimostra così il potere e la
sua “superiorità” e/o “parità” rispetto al potere della
Chiesa e dello Stato.
Questa volta però il sindaco di Castellamare
si è opposto.Il vescovo Mons. Felice Cece, ha declinato l’invito
telefonico a partecipare alla trasmissione di Galullo per spiegare
meglio il perchè di quella sosta sotto il balcone del boss. Il
sindaco, invece, ha accettato l’invito e ha raccontato cosa è
accaduto. «Quando il Vescovo ha acconsentito a far fermare la statua
– racconta il sindaco – noi siamo usciti dalla processione e ci siamo
tolti la fascia e abbiamo ritirato i gonfalone del Comune. Non mi
aspettavo un comportamento “ipocrita” – dice Bobbio – in cui si
fa finta di non conoscere il significato di quella “sosta”». Già
a gennaio il sindaco aveva chiesto che la processione non si fermasse
sotto il balcone del boss. E così era stato. Adesso, nell’ultimo
appuntamento di maggio, gli organizzatori hanno opposto resistenza e
scelto di fermarsi ugualmente.
«Credo che il mio comportamento sia
stato del tutto normale. In questi giorni ho ricevuto la solidarietà
di tantissimi – dichiara il sindaco ai microfoni di Radio24 –
Ritengo che ogni istituzione debba fare la sua parte nel contrasto
alla criminalità, nessuna esclusa». La rubrica “Sotto tiro.
Storie di mafia e antimafia” negli ultimi mesi si è occupata anche
di un altra storia che ha coinvolto la Chiesa. Questa volta al nord,
a Modena. Dove ignoti hanno danneggiato le fotografie dello
scrittore, Davide Cerullo, ospitate nella chiesa della Beata Vergine.
Anche a Modena fenomeni criminali di ispirazione camorristica non
sono più una novità. E ai microfoni di Radio24, Galullo, ha
raccontato anche l’impegno antimafia che la regione sta mettendo in
atto. L’ultima, in ordine di tempo, l’approvazione di una legge
regionale antimafia per l’Emilia Romagna.
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